“La Sicilia non ha bisogno di stanche liturgie e vecchie politiche”. Semmai, “ha bisogno di responsabilità e di investire in verità. Ha bisogno di archiviare la stagione delle bugie, delle false promesse e dell’assistenzialismo clientelare, e che i temi della crisi siano posti davvero al centro dell’agenda di governo”. Sono parole di Maurizio Bernava, segretario della Cisl Sicilia, che stamani ha incontrato a Catania il gruppo dirigente del sindacato etneo. Per la Cisl, “non c’è via d’uscita”, ha spiegato Bernava. Per questo “saremo infaticabili, lavoreremo affinché tutte le persone perbene che hanno un ruolo politico o di governo, da Crocetta a Musumeci, condividano una strategia di iniziative per uscire dal tunnel della crisi e rimettere in moto la macchina dell’economia”. “Crocetta non perda tempo – ha affermato Bernava – raccolga l’appello che in questi mesi, a più riprese, sindacati, imprese e pure i vescovi hanno lanciato, per politiche che, qui e ora, taglino privilegi e sprechi; risanino il bilancio e la spesa regionale. Impieghino produttivamente i fondi Ue; sostengano gli investimenti e attraggano nuovi investimenti. Diano sostegno alle fasce sociali più deboli e meno avvantaggiate”. La Sicilia è a forte rischio d’ingovernabilità, ha ripetuto il segretario. Per altro verso, l’astensionismo senza precedenti e l’exploit del M5S sono “segnali forti di un disagio sociale che rischia l’esplosione e non può più essere ignorato, e di una distanza, siderale ormai, tra la società da una parte e la politica e le istituzioni dall’altra”. Da qui, l’insistenza del segretario sui temi della crisi; sulla necessità di “un accordo di emergenza istituzionale che coinvolga governo, opposizione, sindaci, sindacati e imprese: un patto d’emergenza per il bene comune – sono sue parole – da concordare con Roma e Bruxelles su cinque-sei grandi cose strategicamente rilevanti”. E il suo tornare sull’urgenza che “si investa in verità sullo stato dei conti, della Regione così come dei comuni, che navigano a vista sul Titanic delle partecipate”. Verità e responsabilità, ha avvertito Bernava, sono “l’altra faccia della credibilità da ritrovare e il presupposto necessario delle altrettanto necessarie politiche di risanamento, trasparenza, legalità, sviluppo”.