Su 162 enti, società partecipate e organismi strumentali della Regione siciliana soltanto 51 sono in regola con i bilanci mentre per tutti gli altri la Ragioneria generale ha riscontrato lacune, gravi carenze di informazioni finanziarie e contabili e pesanti inadempienze, segnalando il “vulnus” al governo di Nello Musumeci. E’ quanto emerge dal bilancio consolidato per il 2016 approvato nei giorni scorsi dalla giunta regionale.
Dall’accertamento vengono fuori casi limite, con enti e società senza bilanci da diversi anni. Si tratta del primo bilancio consolidato approvato in Sicilia con i criteri del decreto legislativo 118; per via della carenza di informazioni, nel documento contabile sono stati presi in considerazione, sulla base di specifici parametri finanziari che tengono conto del rapporto con le voci complessive dell’ente Regione, solo 4 enti strumentali e una società partecipata sulle 51 con le carte in regola per rientrare nell’analisi: la cassa per il credito all’artigianato (Crias), l’istituto autonomo case popolari di Palermo, il consorzio autostrade siciliane (Crias), Riscossione Sicilia Spa e l’ente acquedotto siciliano (Eas) in liquidazione.