MAZARA DEL VALLO – Blue Sea Land, idee e progetti per lo sviluppo della Blue Economy “Nuove rotte verso la blue economy: le innovazioni a portata di impresa” è stato il titolo del convegno che si è svolto nell’ambito della manifestazione Blue Sea Land che si è svolta a Mazara del Vallo dal 11 al 13 ottobre. A moderare l’incontro è stato Giuseppe Pernice, coordinatore dell’Osservatorio della Pesca del Mediterraneo. E’ stato presentato il progetto “Blue Economy” approvato nell’ambito dei “Piani di sviluppo di filiera” previsti con il PO FESR Sicilia 2007/2013.
Il progetto, che vede attuatori soggetti pubblici e privati, ha come obiettivo quello di sostenere lo sviluppo e il rafforzamento delle imprese aderenti al Distretto Produttivo della Pesca-COSVAP e prevede la realizzazione di investimenti innovativi e l’implementazione di nuove tecnologie finalizzate ad innalzare i livelli qualitativi e di sicurezza alimentare dei prodotti.
Il progetto è rappresentato da “un nuovo modello di filiera della pesca”, gestito e coordinato tramite un “Centro di Competenza” e supportato dal “Centro di Certificazione e Prova”. I due Centri, operando nell’ambito della presente iniziativa sulla progettazione, la sperimentazione e l’attuazione del nuovo modello di filiera, si specializzeranno sui servizi che troveranno maggiore riscontro sul territorio e che, a regime, consentiranno loro di auto-sostenersi dal punto di vista economico e finanziario.
Ad intervenire sono stati rappresentanti di alcuni organismi che collaborano al progetto: Annalisa Alessi dell’Iamc-Cnr di Capo Granitola; La dott.ssa Daniela Lo Monaco dell’Istituto Zooprofilattico della Sicilia (IZS); Antonino Catara, coordinatore scientifico del Parco scientifico e tecnologico della Sicilia; Marco Molino dell’ISA-CNR Avellino; Gioacchino Fazio, docente ordinario Scienze Economiche, Aziendali e Finanziarie, Facoltà di Economia–Università degli Studi di Palermo; Giuseppe Briuccia director PWC; Francesco Paolo La Mantia, docente Ordinario Dip. Ingegneria Civile, Ambientale, Aerospaziale, dei Materiali, Facoltà di Ingegneria–Università degli Studi di Palermo. Sono stati illustrati circa trenta studi sulla avviati all’interno del progetto “Nuove rotte verso al Blue Economy” fra i quali: centri di certificazione e prova dei prodotti, shelf-life e qualità dei prodotti ittici, tracciabilità, rintracciabilità e sicurezza alimentare, certificazione di qualità, refrigerazione passiva, eco-sostenibilità e responsabilità sociale, produzioni dop, internazionalizzazione, certificazione genetica dei prodotti ittici, ricerca su marcatori molecolari, divulgazione e comunicazione, digitalizzazione dei processi, innovazione tecnologica, ed inoltre, studi sulla gestione finanziaria delle aziende della filiera. Pernice ha infine auspicato: “un’altra questione, che necessita molta attenzione e studio al fine di trovare una soluzione anche in tempi rapidi, è quella energetica che incide moltissimo sulla gestione delle aziende della filiera. Pensiamo ad esempio agli altissimi costi del carburante per i pescherecci, necessità ripensare ad un peschereccio con motori molto meno energivori e ad basso impatto ambientale; il problema del risparmio energetico –ha sottolineato Pernice- si pone però anche per tutte le aziende della filiera ittica”. All’incontro è intervenuto l’ambasciatore del Gabon in Italia, Charles Essonghè il quale ha illustrato il piano di sviluppo del proprio Paese per il prossimo quinquennio che punta all’innovazione tecnologica ed allo sviluppo dell’economia intorno alla pesca. Sotto la presidenza dei due capi di Stato susseguitesi al governo negli ultimi anni – ha detto Essonghè – è stato elaborato su quattro direttrici di sviluppo. La prima, Gabon industriale, punta sulla crescita dell’industria e sullo sviluppo di risorse del sottosuolo tra cui petrolio, ferro, uranio, diamanti. La seconda, Gabon Verde, mira a sfruttare l’enorme area boschiva che ricopre circa il 45 per cento del Paese, con i suoi 5 parchi nazionali, patrimonio nazionale dell’Unesco. Il terzo, Gabon Blu, dedicato agli 885 chilometri di costa e al settore ittico, una delle risorse più redditizie. La quarta, il Gabon dei Servizi che punta sull’innovazione tecnologica e dei mezzi informativi. Siamo interessati – ha concluso – al modello distrettuale per implementare il processo di sviluppo nel settore della pesca e dell’innovazione nel Gabon. che è da annoverare tra i Paesi emergenti entro la fine del 2025”.
Il presidente del Distretto della Pesca, Giovanni Tumbiolo ha osservato: “Nuove rotte verso la blue economy è un concentrato di idee e progetti al fine di creare una società regolata sui principi della blue economy, l’economia della responsabilità condivisa e degli zero scarti. Inoltre –ha aggiunto Tumbiolo- grazie alla Camera di Commercio di Trapani stiamo sviluppando un progetto transfrontaliero insieme a partner tunisini denominato “Club Bleu” per la valorizzazione dei prodotti del pescato mediterraneo”. L’assessore regionale alle risorse agricole e alimentari, Dario Cartabellotta, intervenendo ai lavori ha dichiarato che “la piccola e media impresa, insieme alle grandi del Distretto della pesca, possono organizzare un grande modello economico sotto tutti i punti di vista, politico, economico, scientifico, tecnologico, culturale. Quello che insieme si deve creare è l’integrazione e l’identità bioalimentare – ha aggiunto – vivere di ittica propria, non importatala Sicilia che costituisce, da sempre terra di emigrazione ed immigrazioni, somma di tutti i popoli in tutti i millenni”. Tracciando le conclusioni del convegno, il senatore Giuseppe Marinello, presidente della Commissione Ambiente e territorio del Senato della Repubblica – ha focalizzato l’attenzione sulla necessità di sviluppare politiche strategiche di cooperazione e integrazione a quelle comunitarie, attraverso la ratifica del protocollo di Barcellona. L’economia del Mediterraneo è di responsabilità comune – ha aggiunto – aspetto da sempre sottovalutato, con l’aumento della popolazione e del reddito pro capite è conseguente la necessità un maggiore sfruttamento di risorse naturali, agroalimentari, idriche e petrolifere che il Mediterraneo non è più in grado di far fronte. Non possiamo lasciare – ha concluso – che vengano applicate norme e legislazioni estere, come quella dei mari del Nord, è necessario un intervento mirato di cooperazione al fine di evitare danneggiamenti ulteriori”.
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