In Sicilia i brevetti europei sono ancora veramente pochi. E’ quanto emerge dai dati dell’Osservatorio dei brevetti, marchi e design di Unioncamere e Dintec, il consorzio per l’innovazione tecnologica costituito dal sistema delle Camere di commercio. Dall’analisi del totale dei brevetti europei registrati da siciliani nel periodo che va dal 1999 al 2012 l’isola si piazza al sestultimo posto con 257 brevetti, subito dopo l’Umbria che ne ha 369 e molto lontana dalla Lombardia che le ha totalizzati 18.352. Se guardiamo alle quote percentuali vediamo che alla Sicilia spetta un misero 0,5% a fronte del 35,2% della Lombardia. Ed è un’amara consolazione aver fatto meglio di Sardegna, Calabria, Basilicata, Molise e Valle d’Aosta. Non va meglio nemmeno nelle dinamiche degli ultimi anni: nel 2010 sono stati registrati 16 brevetti europei, nel 2011 sono stati 26 e nel 2012 sono stati 22. Mentre la Lombardia ne ha registrati 1.230 nel 2010, 1.326 nel 2011 e 1.259 nel 2012. Se si guarda la tabella dell’andamento per provincia vediamo che nessuna delle province siciliane è presente tra i primi 22 posti (quelli indicati dall’Osservatorio).
Così se, secondo l’analisi di Unioncamere, “mater artium necessitas” «ovvero – dicono i rappresentanti dell’Osservatorio – la necessità aguzza l’ingegno» i siciliani hanno dimostrato di essere ancora una volta arretrati rispetto al bisogno di innovazione. Negli ultimi cinque anni i brevetti italiani a tecnologia green registrati in Europa sono cresciuti del 5,4% e quelli nelle Ket (dall’inglese Key enabling technologies) dell’1,1% «un dato che vale più di quel che appare, visto che le cosiddette tecnologie abilitanti sono ritenute capaci di innescare processi di innovazione accelerata in modo trasversale in più settori produttivi»e in questo caso la Sicilia sta dimostrando di non saper cogliere le opportunità che avrebbero grande peso sulla modernizzazione del sistema produttivo.
Per capire di chi sia la responsabilità basta leggere la tipologia del titolare del brevetto registrato in Europa. Secondo l’Osservatorio di Unioncamere, i soggetti che contribuiscono maggiormente alla produzione di brevetti in Italia sono le imprese, con una quota di domande pubblicate nel periodo 1999-2011 che raggiunge l’85,8%. Il restante 14,2% è suddiviso fra inventori – persone fisiche (il cui apporto è del 10,3%), Enti (con il 2,5% delle domande di brevetto) e infine gli stranieri cointestatari (pari al 1,4% del totale). L’attività brevettuale degli Enti e Università è in costante aumento – passando da una quota del 1,0% del 1999 al 3,2% del 2012, con un picco nel 2011 pari al 3,6% del totale delle domande italiane.
Oppure soffermarsi sul profilo tecnologico che può essere derivato utilizzando la tavola di concordanza tecnologica dell’OMPI (Organizzazione Mondiale della Proprietà Intellettuale) che suddivide le tecnologie in 35 campi di applicazione. In base a questa classificazione, le imprese italiane hanno svolto attività brevettuale prevalentemente su Packaging (8.5% delle domande), Trasporti (7,2%), Ingegneria civile (6,4%) e Altre macchine speciali (6,1%). Dal canto loro, gli enti di ricerca e le università sono invece stati coinvolti soprattutto nello sviluppo tecnologico di Biotecnologie (19,3% delle domande ), Prodotti farmaceutici (11,9%), Strumenti e tecnologie di misura (9,8%), chimica organica fine (7,7%) e tecnologie medicali (7,2%). Da questa mappa emerge la forte divergenza fra lo sviluppo tecnologico delle imprese italiane rispetto all’attività della ricerca pubblica: il sistema produttivo potrebbe quindi beneficiare di un più stretto rapporto tra chi sviluppa alta tecnologia e chi potrebbe trasformarla in prodotti di mercato ad elevato valore aggiunto o in processi industriali innovativi.
Per favorire il superamento di questo gap e promuovere la diffusione dell’innovazione dal mondo della ricerca pubblica a quello delle piccole e medie imprese, Unioncamere ha da poco stipulato una convenzione operativa con il CNR e con la Fondazione per l’innovazione tecnologica COTEC. La convenzione prevede di rendere accessibili – in formato e linguaggi più facilmente comprensibili dalle imprese – i contenuti e i vantaggi dei brevetti della ricerca pubblica.
Andamento per regione delle domande italiane di brevetto europeo (valore assoluto)
-
Regione 2010
2011
2012
Totale complessivo
1999-2012
Lombardia
1.230
1.326
1.259
18.352
Emilia-Romagna
651
555
573
7.794
Veneto
456
477
463
6.207
Piemonte
409
395
420
5.930
Toscana
240
267
238
2.988
Lazio
217
170
199
2.401
Friuli-Venezia Giulia
103
104
98
1.517
Marche
142
141
158
1.437
Liguria
100
77
76
1.010
Trentino-Alto Adige
95
87
78
812
Campania
80
63
45
619
Abruzzo
37
34
36
493
Puglia
47
41
34
470
Umbria
19
28
21
369
Sicilia
16
26
22
257
Sardegna
23
9
11
177
Calabria
11
11
9
114
Valle d’Aosta
8
6
4
59
Basilicata
3
7
7
47
Molise
1
0
3
32
Stranieri cointestatari 65
58
64
744
Totale complessivo 3.953
3.882
3.819
52.177
Fonte: Osservatorio brevetti, marchi e design di Unioncamere-Dintec
Andamento per regione delle domande italiane di brevetto europeo (quota %)
Regione |
Quota % 2010 |
Quota % 2011 |
Quota % 2012 |
Quota % 1999-2012 |
Lombardia |
31,1% |
34,2% |
33,0% |
35,2% |
Emilia-Romagna |
16,5% |
14,3% |
15,0% |
15,6% |
Veneto |
11,5% |
12,3% |
12,1% |
11,9% |
Piemonte |
10,3% |
10,2% |
11,0% |
11,4% |
Toscana |
6,1% |
6,9% |
6,2% |
5,7% |
Lazio |
5,5% |
4,4% |
5,2% |
4,6% |
Friuli-Venezia Giulia |
2,6% |
2,7% |
2,6% |
2,9% |
Marche |
3,6% |
3,6% |
4,1% |
2,8% |
Liguria |
2,5% |
2,0% |
2,0% |
1,9% |
Trentino-Alto Adige |
2,4% |
2,2% |
2,1% |
1,6% |
Campania |
2,0% |
1,6% |
1,2% |
1,2% |
Abruzzo |
0,9% |
0,9% |
1,0% |
0,9% |
Puglia |
1,2% |
1,1% |
0,9% |
0,9% |
Umbria |
0,5% |
0,7% |
0,6% |
0,7% |
Sicilia |
0,4% |
0,7% |
0,6% |
0,5% |
Sardegna |
0,6% |
0,2% |
0,3% |
0,3% |
Calabria |
0,3% |
0,3% |
0,2% |
0,2% |
Basilicata |
0,1% |
0,2% |
0,2% |
0,1% |
Molise |
0,0% |
0,0% |
0,1% |
0,1% |
Valle d’Aosta |
0,2% |
0,1% |
0,1% |
0,1% |
Stranieri cointestatari |
1,6% |
1,5% |
1,7% |
1,4% |
Totale complessivo |
100,0% |
100,0% |
100,0% |
100,0% |
Fonte: Osservatorio brevetti, marchi e design di Unioncamere-Dintec
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