“I dati indicano che il contagio” da coronavirus “all’esterno è molto raro. Perché, con l’arrivo della bella stagione, non riaprire subito bar, ristoranti e pure teatri all’esterno, non lesinando autorizzazioni?”. A scriverlo su Twitter è Roberto Burioni, virologo dell’università Vita-Salute San Raffaele di Milano. Che poi sottolinea: “A me non dispiacerebbe cenare fuori o assistere a un concerto con il cappotto”.
Proprio sul fronte delle riaperture, il presidente del Consiglio Mario Draghi avrebbe chiesto al Cts, al lavoro sulle regole per riaprire quando sarà possibile farlo, di lavorare su protocolli ‘meno rigidi’, seppur in sicurezza. Regole che tengano conto anche della sostenibilità di alcuni settori falcidiati dalla pandemia. Con una sorta di benchmark dei comparti più in affanno, per fissare delle asticelle, dei parametri -e in questo dovrebbe essere coinvolto anche il Mef- che consentano di evitare misure anti-economiche. Insomma, le riaperture devono essere sostenibili, reali e non solo di facciata, la raccomandazione del presidente del Consiglio, spiegano fonti di governo all’Adnkronos. E consentire effettivamente a chi rialza la saracinesca di poter ‘far cassa’. Si pensi solo ai settori del turismo, della cultura, delle fiere, delle palestre o dell’organizzazione dei matrimoni. Lì i numeri -a partire da meno o più ingressi- possono davvero far la differenza: se i rischi sanitari sono sotto controllo, per Draghi occorre osare di più. Si ragiona anche su questo. E il Cts potrebbe adottare una strategia di riapertura ‘step by step’, allentando le maglie man mano che la situazione epidemiologica lo consentirà e la campagna vaccinale sarà a buon punto.