“Dentro l’ultima finanziaria approvata dall’Ars è nascosta una bomba che potrebbe aprire una voragine nei conti regionali. Se non viene impugnata da Roma, va disinnescata subito con una legge ad hoc”.
A lanciare l’allarme è il deputato del M5S Giancarlo Cancelleri, che mette in guardia sui pericoli derivanti da una norma approvata nell’ultima finanziaria regionale che potrebbe costare anche 120 milioni di euro al già precario bilancio regionale. A fare da detonatore per i conti di Mamma Regione potrebbe essere il comma 4 dell’articolo 22 della legge di stabilità varata il 30 aprile scorso a sala d’Ercole che prevede l’erogazione ai dipendenti regionali dei trattamenti di fine servizio e fine rapporto al momento della loro collocazione in prepensionamento. Tutto ciò in contrasto a quanto in vigore fino a poco tempo fa, quando i dipendenti regionali che accedevano al trattamento pensionistico anticipato dovevano aspettare anche anni per intascare gli assegni di Tfr e Tfs e comunque fino alla data in cui per loro sarebbero maturati i requisiti per accedere alla pensione non anticipata.
Il comma incriminato, che modifica il comma 8 della legge regionale numero 9 del 7 maggio 2015, stabilisce infatti che “il trattamento di fine servizio o fine rapporto dei dipendenti collocati in quiescenza… è corrisposto con le modalità e i tempi previsti dal comma 484 e 485 dell’articolo 1 della legge 27 dicembre 2013 n 147”. In soldoni i due commi prevedono la corresponsione del trattamento in massimo tre importi annuali e la liquidazione dello stesso entro 24 mesi dalla cessazione del rapporto di lavoro e non alla maturazione dei requisiti pensionistici.
Secondo alcune stime a battere cassa a strettissimo giro di posta alla Regione, secondo quanto previsto dalla nuova norma, potrebbe essere una platea d circa 2000 persone, per un importo complessivo da erogare di quasi 120 milioni di euro: una catastrofe. “Una norma del genere – afferma Cancelleri – è inaccettabile, soprattutto perché non è stata accompagnata da una precisa relazione tecnica che quantificasse le ricadute sul conti della Regione, che potrebbero essere letteralmente devastati dagli esborsi. Ogni intervento sulla materia finanziaria – continua il deputato – dovrebbe essere apportato secondo una precisa visione di sistema e non in modo episodico, come ha sottolineato anche la Corte dei conti, che ha invocato particolari approfondimenti in relazione alle leggi in materia pensionistica circa la portata reale dei loro effetti finanziari”.
E non finisce qui. La norma avrà pure un valore retroattivo, visto che il ricalcolo, secondo quanto statuito dal successivo comma 5, sempre dell’articolo 22, è previsto per una platea indefinita di soggetti posti in quiescenza tra l’entrata in vigore della legge regionale 9 del 2015 e la numero 3 del 2016. “A pensare male si fa peccato , ma spesso ci si azzecca – commenta Cancelleri rifacendosi ad una celebre affermazione di Pio XI, rilanciata da Andreotti -. Sarò malpensante, ma questo comma 5 sembra cucito addosso a qualcuno in particolare” .
Ad essere devastato dalla norma potrebbe non essere solo il bilancio regionale. Secondo alcune voci l’anticipazione delle somme potrebbe essere fatta attingendo al fondo pensionistico regionale. “Una ipotesi folle – afferma Cancelleri – oltre che illegittima. Altre volte in passato sono state ipotizzate manovre a carico del fondo, che, evidentemente, qualcuno continua a considerare una sorta di bancomat da cui attingere. Se lo tolgano dalla testa”. Intanto Cancelleri annuncia il deposito a breve di una leggina per abrogare la norma incriminata. “Se non sarà impugnata da Roma, visto che ci sono tutte le premesse – afferma il deputato – depositeremo una norma apposita e cercheremo di farla arrivare al più presto in aula”.
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Il Sig. Cancellieri non impara mai e dice cose inesatte. Intanto stiamo parlando del TFR, trattamento di fine rapporto che viene trattenuto dall’Amm.ne Regionale sullo stipendio dei dipendenti (quindi soldi di proprietà di chi è andato in pensione). In ogni caso questa procedura segue le norme dello Stato a cui spero il Sig. Cancellieri ponga anche i dipendenti stessi che per Statuto Reg.le (norma costituzionale) non possono essere trattati in modo diverso. Ci si è adeguati alla norma dello Stato il quale ha mandato in pensione i suoi dipendenti, con le finestre pre-fornero senza alcuna penalizzazione, mentre alla regione siciliana, con la l.r. 9/2915 sono stati detratti arbitrariamente fino al 20 della pensione maturata e spettante secondo le norme della Fornero, quindi dello Stato. Ci pensate se un datore di lavoro privato che deve accantonare il TFR dei lavoratori, quando il lavoratore stesso va in pensione, gli dicesse che i suoi soldi non gli e li da subito ( dopo averli utilizzati per 40 anni) ma dopo 4 anni, verrebbe denunziato ed arrestato mentre la Regione Siciliana, con il buon senso del “buon padre di famiglia” del Sig. Cancellieri, potrebbe e dovrebbe tenerseli fin quando vuole, perché è assurdo che vengano dati i propri soldi al lavoratore in pensione, denari presigli mensilmente e utilizzati per 40 anni. Ma di cosa parliamo Sig. Cancellieri?