L’Anticorruzione accende i riflettori sul sistema dei rifiuti in Sicilia. Lo fa con una relazione di 14 pagine per denuciare che «l’esperienza delle ex ATO – gestite secondo logiche clientelari – si è rivelata disastrosa sotto ogni punto di vista», scrive il presidente dell’Autorità, Raffaele Cantone.
La relazione arriva al termine di una indagine conoscitiva, avviata dopo «numerosi esposti pervenuti all’Anac in cui vengono denunciate presunte illegittimità riferite alle condotte poste in essere dai comuni e dalle società d’ambito nella gestione del servizio di igiene urbana nella Regione Siciliana». Snono stati sentiti sia l’assessore ai Rifiuti, Vania Contrafatto, che il presidente di Anci Sicilia, Leoluca Orlando. Contrafatto aveva segnalato che molti Comuni operano in regime di proroga con affidamenti diretti del servizio di raccolta e smaltimento «sempre alle stesse ditte», Orlando aveva parlato di anomalie che «sarebbero confermate dalla condizione di oligopolio che caratterizza il sistema».
Nella relazione iene ricostruita la sovrapposizione di enti e competenze, frutto di una disciplina che Cantone definisce «non solo contraddittoria, ma anche difficilmente applicabile».
Gli Ato sono i cosiddetti ambiti ottimali, società che una legge datata 2010 ha sostituito con le Srr (società per la regolamentazione del servizio di gestione rifiuti). Da allora però gli Ato sono in liquidazione e le Srr non sono mai definitivamente decollate. Già nel 2009 l’ esposizione debitoria degli Ato sfiorava i 900 milioni di euro. Con la riforma del 2010 gli Ato da 27 passarono a 18, le competenze furono, nei fatti, prorogate. Il risultato è stato che negli Ato in liquidazione sono arrivati i commissari e l’Anac fa notare che la compresenza di commissari straordinari e commissari liquidatori «non sembra, tuttavia, aver garantito adeguatamente la transizione verso i nuovi assetti gestionali». Un sistema in cui «le Srr sarebbero connotate dalle medesime criticità proprie delle ex società d’ambito». Enti a cui si sono aggiunti (con una circolare del 2013) gli Aro, ossia ambiti territoriali delineati dagli stessi Comuni che possono procedere all’affidamento del servizio. Il risultato è stato di 260 Aro su 390 Comuni, in 103 casi si tratta di Aro composti da un solo Comune. «Non si ritiene tuttavia corretta la gestione autonoma del servizio di raccolta e trasporto dei rifiuti ad opera del comune che è contemporaneamente socio della Srr», scrive ancora l’Anticorruzione.
Cantone poi mette sotto esame la riforma varata dal governo Crocetta e che attende il via libera dell’Ars. Il presidente dell’Anticorruzione ne approva alcuni passaggi: “Tra le novità introdotte dal ddl – scrive l’Anac – appare di sicuro interesse l’istituzione all’interno della stazione regionale unica di committenza di una sezione per la gestione degli affidamenti dell’intero sistema integrato dei rifiuti”.
Ma pone dubbi su altri: la dimensione degli Ato, innanzitutto. «Nell’individuazione dei nove Ato – si legge nella relazione – con i relativi enti di governo, il legislatore regionale ha applicato il criterio territoriale coincidente con quello delle ex province, disattendendo così sia l’indicazione contenuta nella diffida del governo del 7 agosto 2015 (non più di cinque ambiti), sia quella posta dal ministro dell’Ambiente nel rilascio dell’intesa (ambiti territoriali preferibilmente di dimensione ultraprovinciale)». Altri rischi: la frammentazione negli enti di governo degli stessi Ato; la sovrapposizione di competenze nell’espletamento delle gare fra la stazione regionale unica di committenza, gli enti di governo (per le gare sottosoglia) e gli Urega provinciali (Uffici regionali per l’espletamento di gare). Ma soprattutto Cantone punta l’indice sul fatto che «l’incapacità di gestire la fase transitoria completando il processo di liquidazione delle Società d’ambito rischia di pregiudicare l’implementazione del futuro sistema di governance».
Il dossier è stato trasmesso al Ministero, con cui da mesi la Regione collabora e con cui ha un accordo da rispettare sull’ammodernamento del sistema, e alla Corte dei Conti. Alla Regione ha dato 60 giorni di tempo per illustrare «le iniziative che intendono adottare in merito».
CONTRAFATTO. “Sono soddisfatta, nella sua relazione l’Anac riconosce che il lavoro che abbiamo fatto va nella giusta direzione. Accoglieremo i suggerimenti che vengono forniti per rendere più efficaci le nuove disposizioni”. Lo dice l’assessore regionale all’Energia e servizi di pubblica utilità Vania Contrafatto riferendosi all’indagine dell’Anac sulla gestione dei rifiuti in Sicilia. La Regione entro 60 giorni invierà una risposta all’Autorithy nazionale per l’Anticorruzione, guidata da Raffaele Cantone “sullo stato di avanzamento all’Ars del ddl in discussione”. “L’Autorità nazionale anticorruzione, nella sua delibera del 4 gennaio, ha valutato positivamente – aggiunge – il nostro intervento legislativo volto a superare la legge 9 del 2010 e le sue ben note criticità. Il sistema dei rifiuti, in Sicilia, sconta anni di gestioni disastrose, di scelte scellerate, di decisioni mancate e sono soddisfatta che l’Anac, nella sua delibera, riconosca la bontà del ddl presentato su mia proposta dal presidente Crocetta e il fatto che la nostra Regione stia finalmente cambiando passo”. “L’Anac – sottolinea l’assessore – non ha mancato di sottolineare l’importanza di una sezione per la gestione degli affidamenti dell’intero sistema e, nella risposta che elaboreremo nel giro di pochi giorni, spiegheremo le nostre scelte sugli Ato e illustreremo la riforma sugli Urega, dimostrando che la Sicilia è pronta a uscire da una fase transitoria infinita ma che adesso volge al termine. Un obiettivo che potremo perseguire con la collaborazione delle forze parlamentari con cui il confronto è già avviato” .
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