Una riunione di quella che è stata definita la “Cabina di regia” per superare il caos negli appalti in Sicilia. L’appuntamento è a Palazzo Chigi dove si punta a trovare una soluzione percorribile dopo l’impugnativa del governo della legge regionale sugli appalti che ha creato non poche incertezze nel settore. La riunione fissata per domani (mercoledì 21 ottobre) potrebbe portare qualche novità di rilievo: allo studio c’è un emendamento da trasmettere poi all’Assemblea regionale siciliana per l’approvazione che rimetta in linea con la giurisprudenza costituzionale la norma siciliana. Per il momento si tratta solo di un’ipotesi ma secondo l’assessore regionale alle Infrastrutture Giovanni Pizzo ci sarebbero buone possibilità che questo percorso si concretizzi. Ed è stato lo stesso assessore a spiegare ieri il percorso avviato in un incontro con i rappresentanti delle organizzazioni di impresa che denunciano: “All’indomani della decisione del Consiglio dei Ministri di impugnare la riforma, il sistema degli appalti pubblici in Sicilia è sprofondato nella più totale incertezza: ci sono realtà dove si applica la ‘nuova legge’, altre dove si continua ad applicare la ‘vecchia’ normativa, altre ancora dove tutto è fermo in attesa di un chiarimento che non arriva” ha detto Maurizio Merlino, segretario regionale della Cna-costruzioni, che ha promosso a Palermo l’incontro.
“Chiediamo al governo regionale di intervenire al più presto e prendere una posizione chiara – ha detto Merlino – non si possono lasciare migliaia di imprese nel buio, senza dire loro con quale meccanismo partecipare ad un appalto”.
All’incontro hanno preso parte rappresentanti del settore edilizie-costruzioni di Cna, Casartigiani Confartigianato, Legacoop, Claai, Confcooperative. Pizzo, che ha sostanzialmente difeso l’impostazione della riforma: “abbiamo analizzato circa 30 appalti assegnati con il ‘nuovo sistema’ – ha detto – e abbiamo riscontrato un aumento della concorrenza rispetto al passato. Eppure è intervenuta un impugnativa che ha determinato una situazione complessa: domani (mercoledì 21 ottobre, ndc) si terrà un tavolo tecnico a Roma, a Palazzo Chigi: una possibile soluzione potrebbe arrivare da un emendamento per modificare alcune parti della riforma, eliminando i profili critici”.
All’incontro ha partecipato anche il parlamentare regionale del Movimento 5 Stelle Sergio Tancredi, relatore della legge approvata dall’Ars. “La Regione deve restare salda sulle proprie posizioni, continuare il percorso e portare la questione alla Corte Costituzionale nel caso in cui il governo nazionale dovesse restare fermo sull’impugnativa”. “La legge votata il 7 luglio scorso all’Ars, la n.14 del 2015 – ha aggiunto Tancredi – è attualmente operativa e, quindi, deve essere applicata. Chi non lo fa sta violando la normativa vigente”.
Presente all’iniziativa anche Antonello Cracolici, presidente del gruppo PD all’Ars. “Non piace neanche a me il sistema del massimo ribasso per l’aggiudicazione degli appalti indicato dalla ‘vecchia legge’, ma per quel che riguarda i principi di concorrenza la Sicilia non può operare in difformità rispetto alle disposizioni nazionali. Sono stati posti rilievi di incostituzionalità e non possiamo ignorarli e ‘fare finta’ che l’impugnativa non ci si stata, altrimenti si rischia di aprire contenziosi infiniti e danneggiare al tempo stesso la Regione, le imprese e i cittadini. Non sono convinto che l’approvazione di un nuovo emendamento da parte dell’Ars risolva il problema perché credo che il problema debba essere risolto a livello nazionale con una norma approvata dal parlamento che recepisca i principi siciliani. Altrimenti si rischia una nuova impugnativa”.
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