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Caos rifiuti in Sicilia: riapre la discarica di Siculiana, Regione verso il commissariamento

Caos rifiuti in Sicilia, nuova puntata. Si riaprono i cancelli della discarica di Siculiana nell’Agrigentino per i 48 comuni del Palermitano. Nei giorni scorsi la Catanzaro costruzioni, proprietaria dell’impianto, aveva fatto sapere di non poter accogliere la maggiore quantità di immondizia prevista dall’ordinanza del presidente della Regione siciliana Rosario Crocetta per “questioni ambientali e sanitarie”.

Nell’atto firmato dal governatore la discarica avrebbe dovuto ricevere ogni giorno 1.300 tonnellate di spazzatura a fronte delle attuali 800. Il no dell’azienda aveva scatenato la reazione dei sindaci dei comuni del Palermitano. A scongiurare la possibile emergenza è stata una riunione tra l’assessore regionale Vania Contrafatto, il dirigente generale del dipartimento Acque e Rifiuti, Domenico Armenio, e i vertici della Catanzaro. Un incontro durato circa due ore al termine del quale è arrivato il via libera. I comuni del Palermitano potranno ricominciare ad abbancare l’immondizia nella discarica di Siculiana.

“La riunione ha avuto un esito positivo e di questo non possiamo che essere soddisfatti – dice l’assessore Contrafatto -. Indiremo entro una decina di giorni una conferenza di servizi con gli organi di controllo per valutare le condizioni dell’impianto e la capacità di ricezione dei conferimenti”.

Ma la protesta dei sindaci non si placa. “E’ inaccettabile che le imprese private, che in Sicilia, gestiscono le discariche continuino a tenere in scacco i Comuni, condizionando negativamente la vita dei nostri concittadini”, sottolinea Leoluca Orlando, presidente dell’Associazione dei comuni siciliani. “L’AnciSicilia, gia’ da tempo, denuncia lo stato di calamita’ istituzionale in cui versa la Regione siciliana – aggiunge Orlando – stigmatizzando la difficile condizione con la quale si trovano costretti a confrontarsi gli amministratori siciliani in alcuni settori vitali per la vita e la salute di intere comunita’ come quella dei rifiuti. E’ necessario un intervento urgente che ponga fine alle eterne liquidazioni degli Ato e che avvii, nel piu’ breve tempo possibile, le riforma del Sistema Integrato dei rifiuti”.

“Continua questo calvario che vede i comuni siciliani alle prese con la drammatica emergenza rifiuti dove da un lato ci sono i privati, che negli anni hanno acquisito il monopolio delle discariche e dall’altro l’incapacita’ della Regione siciliana di gestire e programmare la Gestione Integrata dei rifiuti in Sicilia“, puntualizza Salvo lo Biundo, vicepresidente di AnciSicilia. “Siamo stanchi di essere gli unici a dover pagare per colpe non nostre – aggiunge Lo Biundo – ci rimettiamo sia in termini di immagine sia per responsabilita’ personale”. Secondo notizie di stampa, infatti,  alcuni sindaci sarebbero sotto inchiesta per  danni ambientali e per i danni procurati ai cittadini. “Vogliamo chiarezza e garanzie da parte del Governo regionale – aggiunge Lo Biundo – per tutelare i nostri Comuni, ma soprattutto i nostri concittadini”.

Ma in Sicilia è sempre più caos sul fronte dei rifiuti. Con questi numeri, e questa raccolta differenziata inesistente, la discarica di Siculiana rischia di essere piena in tre anni, mentre quella di Bellolampo serve ormai solo per Palermo e Ustica. E’ ormai certo che a Febbraio il governo Renzi commissarierà la Regione, per cercare di uscire dallo stallo, avviando le nuove SRR, promuovendo la differenziata, e realizzando degli inceneritori. Formalmente sarà un provvedimento concordato fra Roma e Palazzo d’Orleans, e non è ancora stata scelta la figura cui sarà conferito l’incarico (particolare non secondario), ma il dossier Sicilia, sui tavoli di Palazzo Chigi e del ministero dell’Ambiente, è ormai indifferibile.Si passa a una nuova fase, come annunciato sabato dal sottosegretario Davide Faraone (il tramite fra il governo e l’assessorato all’Ambiente) che aveva parlato di interventi choc. Il commissario (o i commissari) avranno il compito di fare ciò che la Regione in questi mesi non ha fatto. Cioé: ridefinire la perimetrazione degli ambiti territoriali ottimali (Ato) e ridurne il numero da 18 a 5 (forse di meno); rendere operativi gli stessi Ato. Promuovere una revisione delle leggi regionali che organizzano il servizio, determinano forme e criteri di gestione, determinano le tariffe per i cittadini.

CINQUE STELLE.  “L’ordinanza del governo? Ci sono obiettivi irraggiungibili per l’esecutivo-Titanic che ci ritroviamo. La verità è che si vuole creare il caos per accelerare su scelte criminali come gli inceneritori”.

Il gruppo parlamentare del Movimento 5 stelle all’Ars boccia senza attenuanti l’ordinanza tirata fuori dal cilindro del governo, che rischia di creare il caos nella già caotica situazione dei rifiuti e intanto ripesca i soliti, immancabili, commissari.

“Si procede – afferma Valentina Palmeri – col modello commissari per la gestione delle Srr regionali. Il rischio concreto è che le poche discariche attive per ricevere i rifiuti vengano chiuse e inizi l’esportazione in altre regioni o all’estero, sul modello Napoli. Ridurre le Srr da 18 a 5 e modificare la legge regionale 9 del 2010 non sono obiettivi che questo scalcinato esecutivo può raggiungere. E’ evidente che ci troviamo di fronte ad un subdolo disegno politico per aggravare ulteriormente la precaria gestione dei rifiuti al fine di accelerare l’autorizzazione ad incenerire”.
“Un anno fa – continua la deputata – la Contrafatto e Crocetta lanciarono lo stesso allarme sostenendo che bisognava portare i rifiuti fuori, l’obiettivo vero era quelli di ottenere il commissariamento. È passato un anno e l’allarme si è dimostrato falso. Allora la Sicilia disponeva di capacità di abbancamento per 2 anni circa. C’era tutto il tempo per dispiegare una strategia efficace. Oggi, dopo un anno passato inutilmente, nulla è cambiato. Se il governo continuerà solamente a chiedere la proclamazione dell’emergenza, senza fare nulla tra un anno l’emergenza finirà con l’essere reale. In sostanza la raccolta differenziata decresce, le discariche aumentano, il governo vuole poteri speciali per poter operare extra-ordinem, mettendo in campo gli inceneritori, che in condizione di pianificazione e legislazione ordinario non si potrebbero realizzare. Dall’approvazione della legge Ronchi del 1997 che introduceva la differenziata come modalità di raccolta e di gestione, in Sicilia un comitato d’affari, impedisce che si passi dal modello discarica/inceneritore alla riduzione e alla valorizzazione dei rifiuti”.

Dall’assessore, la deputata vorrebbe sapere che fine faranno tutti quei comuni che stanno completando l’iter delle gare o hanno già provveduto agli affidamenti provvisori, se conosce la situazione degli impianti privati che non sono competitivi rispetto ai prezzi delle discariche, cosa prevede in concreto per abbassare i prezzi di conferimento che appaiono troppo elevati per avviare la raccolta differenziata, e, inoltre, dove sono finiti i 200 milioni di euro dell’ OPCM 3887/2010, assegnati per la Regione Siciliana per gli impianti di compostaggio in Sicilia. Alla Contrafatto, la Palmeri chiede pure cosa ha da dire relativamente ai templi biblici dell’Urega (ufficio regionale per l’espletamento di gare per l’appalto di lavori pubblici) per le gare dei vari piani degli ambiti di raccolta ottimale (Aro) dei comuni.

Molto critico sull’ordinanza anche il deputato Giampiero Trizzino: “Lo avevamo già capito da tempo – afferma – che il governo Crocetta non avrebbe portato alcuna vera rivoluzione soprattutto in quei settori dove la Sicilia, davvero, sente il bisogno di voltare pagina. Mi chiedo cosa sia cambiato rispetto alle amministrazioni Cuffaro e Lombardo se in emergenza eravamo allora e in emergenza siamo oggi. Crocetta ha avuto tre anni per depositare il nuovo piano regionale dei rifiuti ed invece ancora una volta (per l’ennesima volta) i siciliani ricevono un’ordinanza emergenziale che manterrà il sistema in uno stato di caos che ormai ha assunto caratteri endemici”.

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