La Regione Sicilia si ritira dalla gestione del cluster Biomediterraneo a Expo 2015. Lo ha annunciato Dario Cartabellotta, responsabile del padiglione, fotografato vuoto e allagato all’inaugurazione. Sulla decisione è giallo: l’assessore all’Agricoltura afferma che la scelta di Cartabellotta non è stata concordata con la giunta.
La Regione Siciliana ha deciso di sospendere le sue attività all’interno del Cluster Bio-Mediterraneo di Expo Milano 2015. Ieri l’assessore all’Agricoltura Nino Caleca aveva annunciato una commissione ispettiva per fare luce “sulla gestione carente sotto tutti i profili del Cluster” che riunisce i paesi dell’area mediterranea, oltre ad ospitare un corner dell’Isola. La decisione della Regione giunge dopo una serie di contestazioni fatte ai vertici dell’Esposizione universale di Milano all’indomani dell’inaugurazione.
Come aveva raccontato Il Mattino di Sicilia, il governatore Rosario Crocetta aveva nominato un comitato di controllo per tentare di porre rimedio “al grave danno di immagine”. Una sorta di commissariamento del responsabile unico Dario Cartabellotta, che però aveva precisato che quell’organismo l’aveva chiesto lui stesso da tempo.
Ieri però era arrivata la bacchetta di Nino Caleca, l’assessore siciliano all’Agricoltura che è intervenuto sulla nomina della commissione ispettiva. “La gestione del Cluster Biomediterraneo si è immediatamente rilevata carente sotto tutti i profili. La commissione appena nominata – ha precisato Caleca in una nota per il Cluster – d’intesa con il presidente Crocetta, è innanzitutto una commissione ispettiva mai richiesta dal responsabile del Cluster Dario Cartabellotta”.
Alla fine l responsabile unico Dario Cartabellotta ha deciso in autonomia di tirarsi fuori dal coordinamento dello spazio condiviso con diversi Paesi del Mediterraneo, sospendendo ogni attività’ nell’area comune, sino a quando non verranno risolte le criticità’ logistiche emerse fin dall’inizio, tali da ritenere che sia stata gravemente lesa l’immagine della Sicilia. Una decisione comunicata dal dirigente con una lettera inviata al commissario dell’Expo Giuseppe Sala. E di cui non erano a conoscenza ne’ il governatore Rosario Crocetta ne’ l’assessore all’Agricoltura Nino Caleca, almeno a loro dire. Ma che da entrambi e’ pienamente condivisa: “Questa mossa non e’ stata concordata con noi, ma e’ del tutto condivisa. Doveva semmai – dice Caleca – farla prima”.
“Il commissario Dario Cartabellotta non doveva assolutamente accettare la consegna del BioCluster incompleto il giorno prima dell’inaugurazione all’Expo e avrebbe dovuto sollevare una chiara contestazione. Non l’ha fatto: chi ha sbagliato ovviamente pagherà e non faremo sconti a nessuno”. Così il governatore della Sicilia, Rosario Crocetta, parole che fanno ipotizzare un imminente provvedimento. “Sulla responsabilità dei ritardi – aggiunge Crocetta – è stato già creato un comitato ispettivo che valuterà attentamente gli atti. Il Cluster non è gestito direttamente dal dipartimento Agricoltura, ma la gestione fa capo a Cartabellotta, che è stato nominato in quel ruolo dall’ex assessore all’Agricoltura Ezechia Reale”.
“Il BioCluster – continua Crocetta – non è il Padiglione Sicilia,quest’ultimo funziona fin dal primo giorno, ci sono imprese che stanno esponendo realizzando anche buoni contatti, all’interno ci sono addirittura reperti archeologici di grandissimo livello e siamo fra i pochi, gli altri si limitano a esporre fotografie”. “Il BioCluster – precisa Crocetta – è una iniziativa di gestione di un appalto per l’esposizione dei vari Paesi del Mediterraneo, la Sicilia aveva partecipato prima dell’insediamento dell’attuale assessore all’Agricoltura, Nino Caleca”. E aggiunge: “Smettiamola con gli attacchi al Padiglione Sicilia, che non c’entra nulla, chi continua a fare confusione danneggia l’immagine della Sicilia”.
“Crocetta si è rivelato ancora una volta Re Mida al contrario, non ha nemmeno sfiorato l’Expo che l’ha distrutta, distruggendo soprattutto l’immagine della Sicilia nel mondo”. “Doveva essere – sottolinea il M5S, attraverso una nota – una vetrina per l’isola è invece si è rivelata un’urna cineraria. Noi, comunque, non ci meravigliamo, l’abbiamo detto in tutte le salse che sarebbe stato un fallimento e tale si è rivelato, addirittura prima di quanto avevamo immaginato. Ora non resta che raccogliere i cocci e tornare a casa con le pive nel sacco, cercando di salvare una parte dei soldi pubblici buttati in questo ennesimo buco nero. Chi ha sbagliato, però, deve pagare, siamo stanchi di tragedie e disfatte senza padri e senza colpevoli. Noi, dal canto nostro, come gruppo parlamentare non escludiamo un’ispezione a Milano a stretto giro di posta”.
Ieri un’altra “Una situazione ignobile, uno scandalo”. Così Tommaso Dragotto, presidente di Sicily by Car e produttore del docufilm “Terra Madre”, realizzato per l’Expo 2015, ha annunciato la sospensione della proiezione del cortometraggio. “Non riteniamo che le odierne condizioni del padiglione – spiega Dragotto – siano lo scenario più favorevole per presentare al meglio quella Sicilia che con tanto impegno abbiamo cercato di far emergere. Mi auguro che il Cluster possa presto rappresentare, nel modo più consono e appropriato, quella Sicilia di cui noi tutti andiamo fieri”. “In pratica – racconta il fondatore di Sbc – all’inaugurazione non c’era neanche uno straccio di segnale, e all’ingresso c’erano i bidoni dell’immondizia e un grosso trasformatore elettrico, il tutto fra polvere, acqua piovuta dal tetto e mensole vuote”. “Non ci sono le condizioni per proiettare Terra Madre in uno spazio vuoto e squallido, in una specie di ghetto, cosi’ dopo la ‘prima’ ho deciso di sospendere le proiezioni. Un peccato”.