La più vicina è a soli 5 metri dalla casa, la più lontana ad una ventina. In totale sono una sessantina le grosse antenne tv e telefoniche che circondano l’abitazione di una famiglia messinese, ormai da anni prigioniera dall’incubo dell’inquinamento elettromagnetico e dalle potenziali e gravi ripercussioni sulla salute dei suoi componenti.
Succede a Capo d’Orlando, a un tiro di schioppo dalle Eolie. Ma quello che potrebbe essere un paesaggio da favola è completamente deturpato da un esercito di alti e grossi tralicci che sostengono le antenne per ripetere i segnali tv e telefonici per gli utenti della zona e delle isole vicine. Tutti gli impianti sono stati realizzati dopo la costruzione della casa.
“Mai vista una cosa del genere – afferma il deputato 5 stelle all’Ars Giampiero Trizzino – e dire che nel settore, negli ultimi sei anni, ho maturato una notevole esperienza. Vivere in quella casa per questa famiglia è diventato un incubo. A rendere più corpose le paure dalla famiglia di Capo d’Orlando hanno contribuito anche le rilevazioni dell’Arpa, che hanno evidenziato valori delle emissioni ben oltre norma.
“Sono stati effettuati – afferma Trizzino – tre sopralluoghi dai tecnici regionali e tutti e tre hanno puntualmente confermato il superamento dei valori previsti dalla legge per le emissioni elettromagnetiche, ma tutto è rimasto immutato. E questo nonostante la situazione da queste parti sia tutt’altro che tranquilla, considerato che i dati del registro tumori dicono che a Capo d’Orlando ci sono in media 40 decessi l’anno per tumore”.
“Le colpe della Regione e del Comune di Capo d’Orlando – continua il deputato – in questa vicenda sono evidenti. Una più oculata programmazione del territorio avrebbe sicuramente potuto evitare uno scempio del genere, che in futuro non dovrà più accadere. Per questo ho presentato un disegno di legge sul governo del territorio, dedicato in buona parte al contenimento dell’inquinamento elettromagnetico, con precisi paletti e norme più stringenti rispetto a quelle attualmente vigenti. L’atto è fermo in commissione Ambiente. Il governo spinga perché venga incardinato al più presto e portato in aula a breve”.