Casa Familiare nella separazione. Ne parla l’avvocato Maria Francesca Placenti in questo nuovo appuntamento con la rubrica l’avvocato risponde
La legge italiana prevede che, in caso di separazione, il giudice possa assegnare la casa familiare a uno dei coniugi, tenendo conto delle necessità e dell’interesse superiore del minore, qualora vi siano figli. Il principio di tutela del minore è fondamentale: la casa familiare, infatti, è vista come un ambiente stabilizzante per i figli, dove continuare a vivere in un contesto che garantisca loro una certa continuità, anche in un periodo di cambiamento.
Chi ha diritto di Restare nella Casa Familiare?
- Assegnazione della Casa Familiare al coniuge collocatario dei figli minori
In caso di separazione, la casa familiare può essere assegnata al coniuge che ha la custodia dei figli minori, o a quello collocatario. Ciò avviene anche se il bene è di proprietà esclusiva di uno dei due coniugi, purché vi sia un interesse preminente per il minore. Il principio che guida il giudice è infatti quello di evitare il più possibile il disturbo emotivo o psicologico del bambino, che potrebbe essere fortemente influenzato dal cambiamento improvviso del suo ambiente di vita.
Anche se la casa appartiene solo a uno dei coniugi (ad esempio, perché acquistata prima del matrimonio o ricevuta in eredità), il giudice può comunque decidere di assegnarla all’altro coniuge per garantire la continuità della residenza per i figli.
- Assegnazione della Casa Familiare al Coniuge Necessitato:
La giurisprudenza (Cass. Civ. 24254/2018) è ormai granitica nell’affermare che in assenza di figli il giudice non può disporre l’assegnazione dell’abitazione, nemmeno quando il coniuge più debole sia privo di una casa mentre l’altro sia proprietario di più immobili. Il giudice in tal caso infatti, dovrà sicuramente tenere conto dello squilibrio economico e patrimoniale tra i coniugi in sede di definizione dell’assegno di mantenimento ovvero dell’assegno divorzile.
La Proprietà della Casa Familiare: Come Viene Gestita?
Oltre all’assegnazione della casa familiare, che riguarda il diritto di abitazione, è importante fare chiarezza anche sulla proprietà del bene. La divisione della proprietà della casa dipende dal regime patrimoniale scelto dai coniugi:
- Nel regime di comunione dei beni, la casa familiare è considerata un bene comune, e la sua divisione avverrà in base alla quota di partecipazione di ciascun coniuge.
- Nel regime di separazione dei beni, ciascun coniuge rimane proprietario esclusivo dei beni acquisiti individualmente, inclusa la casa. Tuttavia, anche in questo caso, il giudice potrà decidere che la casa familiare venga assegnata al coniuge che si occupa dei figli, ma senza che ciò implichi la cessione della proprietà.
Nel caso in cui la casa sia di proprietà di uno solo dei coniugi, ma l’altro vi risieda con i figli, l’attribuzione del diritto di residenza non comporta automaticamente un trasferimento della proprietà. La casa potrebbe essere mantenuta nella proprietà del coniuge proprietario, ma il diritto di residenza (o di abitazione) verrà garantito, soprattutto per i figli minori. Solo in alcune circostanze, ad esempio in presenza di particolari condizioni economiche, il giudice potrebbe disporre una vendita della casa per procedere alla divisione del ricavato tra i coniugi.
La Casa Familiare e la Vendita: Quando e Come Viene Decisa?
La vendita della casa familiare è una soluzione che può essere presa solo se entrambe le parti concordano o se il giudice la ritiene necessaria per la liquidazione del patrimonio. Ad esempio, se i coniugi non sono in grado di accordarsi sulla divisione del bene, il giudice potrebbe stabilire la vendita della casa e la divisione del ricavato.
Tuttavia, la casa familiare non può essere venduta unilateralmente se uno dei coniugi vi risiede con figli minori, salvo che non ci siano gravi motivi economici o altre necessità che giustifichino una decisione di questo tipo. La legge tutela, infatti, la stabilità della residenza familiare per i figli minori, e la vendita della casa può essere presa in considerazione solo come ultima soluzione.
L’Importanza dell’Accordo tra i Coniugi
In molte situazioni, i coniugi riescono a raggiungere un accordo riguardo alla casa familiare senza l’intervento del giudice, grazie a negoziazioni e mediazioni. Questo accordo può riguardare:
- L’assegnazione esclusiva della casa al coniuge che ha la custodia dei figli, magari con un compenso economico per l’altro coniuge.
- La vendita della casa e la divisione del ricavato.
- L’affitto della casa, con il ricavo destinato al mantenimento della famiglia, fino alla determinazione di un’altra soluzione abitativa.
Il ricorso alla mediazione familiare o all’assistenza di un avvocato specializzato può facilitare la gestione di queste problematiche, consentendo alle parti di arrivare a soluzioni condivise che rispondano alle esigenze di tutti.
Conclusioni:
La sorte della casa familiare dopo la separazione dipende da vari fattori, tra cui la presenza di figli minori, le necessità economiche dei coniugi e il regime patrimoniale adottato. Tuttavia, in ogni caso, la legge italiana tutela prima di tutto l’interesse del minore, garantendo un ambiente stabile e continuo per la sua crescita, pur cercando di rispettare i diritti di proprietà di ciascun coniuge.
La gestione della casa familiare durante e dopo una separazione richiede attenzione, mediazione e comprensione reciproca. È sempre consigliabile affrontare questo aspetto con il supporto di professionisti, in modo da evitare conflitti prolungati e trovare soluzioni che siano giuste e sostenibili per tutti i membri della famiglia.
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