Dopo la confisca per Pino Giammarinaro (15 milioni di euro, 5 anni di sorveglianza speciale) si apre un nuovo caso, relativo alle decine di casi di falsa testimonianza che il Tribunale ha ravvisato nel corso del lungo procedimento, rinviando le carte alla Procura di Trapani per le valutazioni del caso. Sono ventotto le posizioni di possibili testi falsi che il Tribunale Misure di prevenzione ha trasmesso alla Procura di Trapani per valutare se sussistano gli estremi per un rinvio a giudizio per falsa testimonianza.
Spiccano tra gli altri i nomi di Totò Cuffaro, ex governatore regionale, Saverio Romano ex ministro e sottosegretario, e dell’ex deputato regionale il trapanese, Pio Lo Giudice.
L’ex presidente della Regione Totò Cuffaro fu chiamato a testimoniare dalla difesa perché chiarisse gli avvenimenti riferiti dal collaboratore di giustizia Marcello Fondacaro. Quest’ultimo aveva riferito ai magistrati di essersi rivolto a Cuffaro per avere consigli utili ad aprire un laboratorio di analisi a Mazara del Vallo. E Cuffaro lo avrebbe indirizzato da Giammarinaro, indicandolo come colui che aveva nelle mani le redini della sanità trapanese. In aula però Cuffaro, appena uscito dal carcere, chiuse con una frase semplicemente la questione Fondacaro: «Non lo conosco, credo di non averlo mai incontrato; con la mia memoria di ferro me ne ricorderei».
Per quanto riguarda Romano lo indicano mendace a proposito di una vicenda relativa alle regionali del 2008, quando il neo deputato dell’Udc trapanese Lo Giudice seppe proprio da Romano che 40 mila euro di contributo elettorale erano finiti direttamente nelle tasche di Giammarinaro. Replica Romano:
“Non sono mai stato citato in tribunale come teste. Ho reso dichiarazioni al difensore di Giammarinaro su sua precisa richiesta e per indagini difensive. Non mi risulta e non potrebbe peraltro risultare che la Procura abbia aperto una indagine per falsa testimonianza nei miei confronti in quanto non sono mai stato citato dal tribunale nella qualità di testimone”
Tra le 28 persone sulle quali è stata chiesta l’apertura di una indagine in Procura ci sono anche l’ex sindaco di Trapani Cesare Colbertaldo, l’ex consigliere comunale di Paceco Pietro Cognata e l’ex consigliere provinciale di Mazara Silvio Bonanno. Con loro anche l’ex manager dell’Asp Gaetano D’Antoni e il direttore Giovanni Gentile, nonchè il “dominus” dell’Aias Francesco Lo Trovato.
Replica anche con una nota l’ex presidente della Regione Siciliana, Salvatore Cuffaro.
“Apprendo dalla stampa che sono state mandate alla Procura di Trapani la testimonianza mia e quella di altri 28 testimoni, resa al processo dell’onorevole Giammarinaro per eventuali determinazioni. Cosa ben diversa dal sostenere che sono indagato per falsa testimonianza. Mi è stato chiesto se avessi incontrato nel 1991 tale Marcello Fondacaro e consigliatogli di rivolgersi a Giammarinaro. Nonostante siano passati 26 anni ricordo di non conoscere il pentito Fondacaro che invece porta, a prova del fatto che io lo conosca, il fatto che lo abbia mandato a salutare da una persona il signor Giammanco che era in carcere con me a Rebibbia. Fatto non vero perché il signor Giammanco che, sentito al processo, ha dichiarato di non conoscermi, è uscito dal carcere di Rebibbia nel 2007 mentre io vi sono entrato nel 2011. Nutro una ostinata fiducia nella Giustizia e ne ho avuto ed ho grande rispetto. Non credo di chiedere troppo se chiedo che anche la Giustizia abbia rispetto di me e della mia vita”.