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Caso Saguto, indagata anche l'ex Prefetto di Palermo Cannizzo

Caso Saguto, nuovi sviluppi. Adesso è indagata anche l’ex Prefetto di Palermo Cannizzo. I finanzieri del nucleo di polizia tributaria, infatti,  le hanno notificato un avviso di proroga delle indagini, che ipotizza due reati : corruzione e concussione. L’inchiesta della procura di Caltanissetta ha messo in risalto un rapporto molto stretto fra la Saguto e la Cannizzo.

Dalle intercettazioni è emerso che le due amiche si scambiavano alcune raccomandazioni. L’allora prefetto di Palermo è stata sorpresa dagli investigatori a segnalare al giudice il nipote dell’ex prefetto di Messina Stefano Scammacca. La Saguto ha invece sollecitato la Cannizzo a raccomandare un suo pupillo, il ricercatore Carmelo Provenzano, per un incarico al Cara di Mineo. Intanto, la scorta del presidente delle Misure di prevenzione andava a ritirare in lavanderia una delle eleganti giacche del prefetto. Questi gli episodi noti, il resto dell’indagine è ancora coperto dal segreto istruttorio.

Il nome del prefetto fa capolino nelle intercettazioni dei finanzieri della Polizia tributaria che svelano la grande amicizia con la Saguto, tanto da metterle a disposizione Villa Pajno, residenza privata ma istituzionale del prefetto, per festeggiare i 60 anni del magistrato. Nei nastri magnetici è rimasta pure traccia della consegna di cassette di frutta all’alto funzionario provenienti da un’azienda in amministrazione giudiziaria.

All’inizio di novembre, il consiglio dei ministri ha deciso il trasferimento della Cannizzo da Palermo, che lei stessa aveva sollecitato dopo le polemiche seguite alla pubblicazione delle intercettazioni. Nei giorni scorsi, una proroga di indagine è stata notificata anche a Silvana Saguto, che è indagata per corruzione, i magistrati ipotizzano che abbia ricevuto mazzette dall’amministratore giudiziario Gaetano Cappellano Seminara.

Cappellano Seminara  avrebbe ottenuto la gestione di grossi patrimoni in cambio di consulenze per il marito del’ex presidente, l’ingegnere Lorenzo Caramma, pure lui sotto accusa. Settecentocinquantamila euro: a tanto ammontano i compensi liquidati a Caramma dal 2005 al 2014, in un arco temporale che è iniziato quando la Saguto era membro del collegio delle Misure di prevenzione ed è proseguito quando dello stesso collegio il magistrato è divenuto presidente nel 2010. Consulenze, ma anche soldi in contanti di cui si parlerebbe in alcune intercettazioni telefoniche. “Sono disperata, non puoi capire… non ce la posso fare più… devo trovare qualcos’altro…non è che voglio distruggerti l’esistenza anche se per il Calcestruzzo mi paghi una tranche da 8500 euro… io non ho più soldi”, diceva la Saguto all’amministratore giudiziario. Una richiesta di aiuto a cui Cappellano Seminara avrebbe risposto, secondo l’accusa, dando al giudice 20 mila euro in contanti. Il quadro che verrebbe fuori era quello di uno “stato di difficoltà economica” della famiglia del magistrato.Che in una conversazione diceva al figlio: “Dobbiamo parlare, perché la situazione nostra economica è arrivata al limite totale, non è possibile più… voi non potete farmi spendere 12,13,14 mila euro al mese noi non li abbiamo questi introiti perché siamo indebitati persi”.

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