La Cassazione ha respinto il ricorso del Garante della Privacy nei confronti di Gioacchino Genchi, ex consulente di molti magistrati ed esperto nell’analisi delle intercettazioni, per la banca dati che aveva realizzato nel corso del suo lavoro da consulente. La Cassazione ha confermato il ‘no’ del Tribunale di Palermo, che risale al mese di luglio 2019, alla multa di oltre 192mila euro stabilità dall’Autorità, all’epoca guidata da Antonello Soro, nei confronti di Genchi. Secondo l’Authority, Genchi avrebbe realizzato illecitamente l’archivio di cui era in possesso.
Ma, per la Cassazione, “la condotta del Genchi risulterebbe immune da responsabilità anche nel vigore delle disposizioni antecedenti del d.lgs. 196/2003, non essendo soggetto all’obbligo di informazione, alla previa acquisizione del consenso ed ancora al rilascio delle autorizzazioni del caso, il trattamento dei dati personali che avviene in ambito giudiziario”.
“Ne discende – scrive il presidente della Prima sezione civile della Corte di Cassazione, Francesco Antonio Genovese – che giusto o sbagliato che sia l’iter decisionale descritto dalla sentenza in impugnazione la conclusione a cui essa è pervenuta non è influenzata dal diverso quadro di diritto illustrato dalla ricorrente autorità, dato che in ogni caso il trattamento dei dati personali che avviene per fini di giustizia è scevro da adempimenti di carattere formale e non è perciò sanzionabile”.
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