Otto giornate di studio, sei conferenze di esperti, oltre 40 partecipanti tra giovani architetti e progettisti, e un obiettivo comune: favorire una nuova stagione di pianificazione strategica per il tessuto urbano di Catania.
Il workshop internazionale di Architettura “Layer Zero 2018” – organizzato dall’Ordine e dalla Fondazione etnei degli Architetti PPC – è in queste ore nel vivo delle attività, nei locali del Palazzo Platamone, dove tra cartografie, matite, mouse e masterplan, si lavora dallo scorso sabato per presentare il lavoro alla città.
“Il filo conduttore che caratterizza le idee architettoniche elaborate è il meccanismo della sottrazione, ovvero togliere tutto ciò che non serve per poter finalmente vedere l’essenziale È un’occasione importante per approfondire il tema delle connessioni urbane, strettamente legato agli spazi dove nasce e si svolge la vita comune di una società civile», ha spiegato Paolo Colonna, associato dello studio di fama mondiale che porta il nome di “Renzo Piano Building Workshop”, e ospite in città anche nel ruolo di presidente del Comitato scientifico dell’Ordine e della Fondazione di Catania.
L’iniziativa mira a ripensare il rapporto tra il tessuto urbano e quello sociale, con l’obiettivo di liberare dal superfluo alcune aree della città (Ognina/Cannizzaro, Centro storico/Civita, Plaia/Zia Lisa) «soffocate da troppo tempo da una stratificazione abitativa caotica e casuale – ha aggiunto il presidente dell’Ordine Alessandro Amaro – Ripartiamo proprio da qui, anche con il supporto culturale di numerose istituzioni e partner professionali, perché il workshop è soprattutto della e per la città di Catania».
“Insieme alla formazione dei giovani e all’apporto di professionisti di alto spessore – ha affermato la presidente della Fondazione Veronica Leone – lo scopo di Layer Zero 2018 è realizzare progetti possibili per la nostra realtà. Il frutto del nostro lavoro sarà avviare concretamente processi di sviluppo etico-sostenibile da applicare alla quotidianità. Presenteremo veri e propri “piani di fattibilità” capaci di alleggerire la percezione degli spazi vissuti di Catania, e quindi di riconfigurare nuovi luoghi da restituire alla comunità”.
Studenti, tutor e resident architect sono affiancati nell’iter progettuale da tre visiting provenienti da studi d’architettura internazionali (Salvatore Settecasi di Arup, Gianluca Peluffo di Peluffo&Partners ed Elisabetta Gabrielli di Archiground) e hanno la possibilità di confrontarsi, attraverso un dialogo interdisciplinare, anche con psicologi, criminologi, e fotografi. Proprio nella giornata di oggi – mercoledì 12 dicembre, alle 16.30 sempre a Palazzo Platamone – si svolgerà infatti una tavola rotonda sulle “Contaminazioni Urbane”.
La conferenza conclusiva è in programma invece sabato 15 dicembre, alle 9.00, con la presentazione ufficiale dei masterplan dei “piani zero” e delle proposte progettuali.