Senza 385 persone qualificate i Centri per l’impiego in Sicilia, in vista del reddito di cittadinanza, rischiano la paralisi. La Regione ha stilato il piano di rilevazione del fabbisogno e di utilizzo del personale nei centri per l’impiego dell’Isola ma mancano i fondi.
Sebbene nei Centri per l’impiego siciliani lavorino già ben 1.777 persone, scarseggiano però laureati e figure di qualifica elevata. In pratica, le figure che dovrebbero svolgere proprio quelle funzioni che in gran parte coincidono con quelle che verranno svolte dai Centri per l’impiego, cioè gli orientatori, ognuno dei quali costerebbe 61.740 euro lordi all’anno, sono assenti.
In questo momento la Regione non ha le risorse per assumere i 385 orientatori di cui ha individuato il fabbisogno, 193 coprirebbero le esigenze dei centri per l’impiego delle tre città metropolitanePalermo, Catania e Messina e i restanti 192 occorrerebbero nei Comuni minori. Dall’assessorato al Lavoro osservano che in questo momento non sarebbe possibile potenziare i Centri per l’impiego neanche trasferendo personale da altri dipartimenti.
A Palazzo d’Orleans dunque attendono di capire quante delle 6 mila assunzioni previste toccheranno alla Sicilia, chi le dovrà fare e pagare e quali saranno i requisiti necessari per diventare navigator. In tutto questo sia i sindacati sia il presidente della V commissione all’Ars Luca Sammartino propongono al Governo Musumeci di farsi carico, all’interno della Conferenza Stato-Regioni, delle posizione di incertezza in cui vivono, ormai da diverso tempo, gli ex sportellisti multifunzionali che devono essere stabilizzati all’interno dei Centri per l’impiego in relazione alle nuove figure professionali richieste dal reddito di cittadinanza.