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Clan Messina Denaro, prime richieste di pena nel processo "Eden 2"

Clan Messina Denaro, sono stati chiesti complessivamente 94 anni di carcere per i 13 imputati alla sbarra a Palermo nel processo con rito abbreviato (gup Sestito) che ha preso il via dall’operazione Eden 2, che a Castelvetrano  e Palermo ha fatto nuovamente piazza pulita, lo scorso dicembre, di alcuni tra i più fidi collaboratori del boss Messina Denaro.  Tra questi Luca Bellomo nipote “del cuore” del boss latitante Matteo Messina Denaro. Pesanti richieste per i castelvetranesi, Lillo Giambalvo, consigliere comunale e per Peppe Fontana detto “Rocky”, che ancora oggi dai domiciliari si definisce “prigioniero di stato”, mentre gira su Change.org una petizione, addirittura, per chiederne la liberazione. Il personaggio principale di questo giro è  Girolamo “Luca” Bellomo, marito di Lorenza Guttadauro, figlia della sorella del capo mafia e di un altro capo mafia, Filippo Guttadauro. Al momento degli arresti il nome che fece piùù scalpore, però, fu quello del consigliere comunale di Castelvetrano, Lillo Giambalvo (intercettato, fu sentito dire a proposito del boss e killer di mafia Matteo Messina Denaro: «La verità ti dico: ci fossero gli sbirri qua? E dovessi rischiare a metterlo in macchina e fallo scappare, io rischierei. Perché io ci tengo a queste cose. Mi farei per lui 30 anni di carcere»,) appartenente al gruppo di Articolo 4, vicino al deputato regionale Paolo Ruggirello, oggi nel Pd. . I pm della Dda Maurizio Agnello e Carlo Marzella hanno chiesto complessivamente 94 anni di carcere e circa 40 mila euro di multa. Per Girolamo “Luca” Bellomo,la richiesta è stata di 14 anni, Ruggero Battaglia 8 anni, 15 anni sono stati chiesti per Rosario Cacioppo, per Leonardo Cacioppo 14 anni, 7 anni per Salvatore Marsiglia, 2 anni per Benito Morsicato, 9 anni per Giuseppe Nicolaci, 8 anni per Salvatore Vitale. Per Lillo Giambalvo, 7 anni, per Giuseppe Fontana, 5 anni e 4 mesi. Un anno e 6 mesi per Marco Giordano, 1 anno e 2 mesi per Giovanni Ligambi, 2 anni per Salvatore Lo Piparo.  Hanno anche discusso le parti civili tra queste Libero Futuro, la ditta Tnt (che ha subito un attentato), l’associazione antimafie e antiracket Paolo Borsellino onlus di Marsala e l’associazione Libera, che si sono unite alle richieste di condanna dei pm.

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