Collegi elettorali Italicum in Sicilia, si va verso la definizione, secondo lo schema del governo, con qualche scelta un po’ bizzarra. I collegi saranno nove. Palermo è divisa in due collegi, dei quali uno con Capaci e altri Comuni. Il collegio 2 è della provincia di Trapani, con Partinico e Balestrate. Il collegio plurinominale 3 è “Partinico”, ma il Comune di Partinico non c’è, è nel 2…La Provincia di Messina e quella di Agrigento, per intero, formano il collegio 4 e 5. Caltanissetta ed Enna, insieme, fanno il collegio 6. Catania e mezza provincia fanno il collegio 7. L’altra mezza provincia insieme a mezza provincia di Siracusa fanno il collegio 8. La restante parte della provincia di Siracusa e Ragusa fanno il collegio 9. Bizzarro, no? “Quello che per mesi si è tramato, ora si è materializzato: Siracusa, parafrasando il sommo poeta, non sarà più, ammesso che lo fosse mai stata, signora di provincia, ma un volgarissimo bordello”. Lo dichiara il deputato regionale Vincenzo Vinciullo, Presidente Facente funzione della Commissione ‘Bilancio e Programmazione’ all’Ars. Ci sono polemiche infatti per lo smembramento della Provincia di Siracusa che viene divisa tra la provincia di Catania e quella di Ragusa.I Comuni di Lentini, Carlentini e Francofonte andrebbero con un quartiere di Catania (Picanello), Gravina e Misterbianco, la restante parte sarebbe accorpata con l’intera provincia di Ragusa nel Collegio 8.
La suddivisione è stata elaborata con un criterio territoriale e numerico: ogni collegio è omogeneo geograficamente (il più possibile mantenendo i confini delle province), con una media di abitanti di 582mila per collegio. Come spiega il sole 24Ore:
L’assegnazione dei seggi della Camera, lo ricordiamo, avviene su base nazionale con il metodo dei quozienti interi e dei resti più alti: le percentuali ottenute dai partiti ottenuti a livello nazionale vengono proiettate sui 100 collegi, in ognuno dei quali possono essere eletti un minimo di tre e un massimo di 9 deputati (in media 6-7).
Per quanto riguarda tutte le divisioni, cliccando qui potete leggere lo schema del decreto legislativo di attuazione della legge. Dal Ministero dell’Interno fanno sapere di aver seguito alcuni criteri per la formazione dei collegi. La commissione di studio ministeriale che ha lavorato sul provvedimento ha provato a “tradurre” i criteri direttivi previsti dalla legge delega: innanzitutto la «coerenza territoriale», ovvero la definizione quanto più possibile di collegi plurinominali «compatti per prossimità reciproca della popolazione residente e per l’appartenenza del collegio ad ambiti territoriali amministrativi e funzionali già definiti e “vissuti” dalla stessa popolazione». Altri criteri, quello di assicurare «l’integrità provinciale fin dove possibile tenuto conto delle soglie demografiche.
Mediamente, ci sono 528mila abitanti per collegio. La regione che ne ha di più è la Lombardia (17), seguita a ruota da Campania (10), Sicilia e Lazio (9). Lo schema di decreto legislativo è stato trasmesso alle commissioni parlamentari, mentre la partita successiva – non meno importante, anzi – si gioca tutta sui criteri per definire quale territorio eleggerà, concretamente, i deputati.
L’Italicum vale solo per la Camera, in vista delle riforme costituzionali che porteranno il Senato a non essere più direttamente elettivo. Per avere il tempo di approvare quest’ultima riforma, nell’Italicum è stata inserita una clausola che ne prevede l’entrata in vigore dal primo luglio del 2016. L’Italicum è un sistema elettorale proporzionale – il numero di seggi verrà assegnato in proporzione al numero di voti ricevuti – e il calcolo sarà fatto su base nazionale, ma modificato fortemente da un premio di maggioranza. Quindi:
– la singola lista che supera il 40 per cento dei voti ottiene un premio di maggioranza raggiungendo in tutto 340 seggi, cioè il 55 per cento del totale.
– se nessuna singola lista supera il 40 per cento dei voti è previsto un secondo turno, cioè un ballottaggio tra le due liste che hanno ottenuto più voti. La lista che prende più voti dell’altra al ballottaggio ottiene il premio di maggioranza. Fra il primo e il secondo turno non sono possibili apparentamenti o collegamenti di lista: competono le liste così come sono state presentate all’inizio.
– è prevista una soglia di sbarramento del 3 per cento per ottenere seggi.
– saranno costituiti 100 collegi che comprenderanno fino a 600mila persone. Valle d’Aosta e Trentino-Alto Adige saranno escluse dal sistema proporzionale: lì si voterà in nove collegi uninominali come già previsto dal precedente sistema elettorale. Ogni lista presenterà in ogni collegio una lista di candidati; ogni elettore potrà scegliere nel suo collegio un simbolo e uno o due candidati da votare.
– ci saranno le candidature multiple: i capilista – ma solo loro – potranno cioè essere inseriti nelle liste in più di un collegio, come già accadeva nel Porcellum, fino a un massimo di 10 collegi.
– ci saranno quindi cento capilista, uno per ogni collegio, scelti direttamente dai partiti. Prima sono eletti i capilista, poi – se avanzano posti – i candidati eletti con le preferenze. Dal secondo eletto in poi intervengono le preferenze e ogni elettore o elettrice ne potrà esprimere due: obbligatoriamente un uomo e una donna, pena la nullità della seconda preferenza. Tra i capilista non più del 60 per cento sarà dello stesso sesso.