C’è una questione di genere che agita il Comune di Palermo. Contrappone, si fa per dire, Carolina Varchi, vice di Roberto Lagalla, e il segretario generale del Comune Raimondo Liotta che aveva inviato una circolare a tutti gli uffici per “sensibilizzare le funzioni dirigenziali affinché costantemente, nella diuturna operatività, venga utilizzata, in sede di comunicazione di carattere ufficiale e istituzionale, la declinazione al femminile di qualsiasi carica allorquando tale carica sia rappresentata da una donna”. Ora è stata trasmessa a tutti gli uffici comunali la nota di Carolina Varchi in merito alla questione lessicale di genere sollevata dal segretario generale del comune di Palermo.
“A riscontro della pregiata Sua in oggetto emarginata, sono a rappresentare il disinteresse della scrivente per la modifica della desinenza così come proposta – scrive la Varchi -. Si ritiene, infatti, che iniziative simili distolgano l’attenzione da un’autentica difesa di diritti e prerogative delle donne che certamente non sono riconducibili all’utilizzo di una vocale in luogo di un’altra ma che richiedono interventi incisivi in materia di sostegno al lavoro femminile, alla parità salariale, alla famiglia (anche mediante l’erogazione di servizi per l’infanzia), al contrasto di ogni violenza di genere, solo per citarne alcuni in un elenco che non ha pretesa di esaustività ma di sola esemplificazione. Soltanto se e quando ogni battaglia per l’affermazione completa e compiuta delle pari opportunità sarà vinta, si potrà tornare a dibattere su questioni squisitamente lessicali che nulla tolgono e nulla aggiungono all’affermazione dei diritti delle donne. Chiedo, pertanto, con riferimento alle funzioni ricoperte pro tempore dalla odierna scrivente, che si continui ad utilizzare la locuzione “il Vicesindaco” e “l’Assessore”, diversamente non sarà sottoscritto alcun atto”.
La circolare di Liotta era stata fatta in risposta a una richiesta avanzata dalla consigliera comunale dell’opposizione, Mariangela Di Gangi (Progetto Palermo) che, nei giorni scorsi, ha scritto al segretario generale del Comune di Palermo chiedendo il rispetto “delle regole della lingua italiana. Tra queste quella che impone l’utilizzo della declinazione al femminile di qualsiasi carica”. Poi aggiunge: “Nonostante il Consiglio nel 2017 abbia deliberato di adottare nel vigente Regolamento il linguaggio di genere, attualmente continua ad essere utilizzato esclusivamente il maschile generico. Cosa che non solo rappresenta un’offesa alle dirette interessate, ma anche un mancato rispetto della grammatica italiana”.
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