In Sicilia non sarà più possibile ottenere dalla Regione nuove concessioni per aprire lidi, ristoranti e bar su spiagge e pontili. Lo ha deciso l’ufficio legislativo e legale della Regione. La notizia viene riportata da La Sicilia.
La Regione aveva sospeso le autorizzazioni in attesa che l’ufficio si pronunciasse. La risposta è adesso arrivata ed è negativa. Lo stop nasce da una norma in Finanziaria che passa ai Comuni tutte le competenze.
Prima dell’ approvazione della legge le autorizzazioni venivano rilasciate dalla Regione anche senza l’approvazione da parte dei Comuni dei Piani di Utilizzo del Demanio Marittimo a condizione della conformità della concessione ai piani successivamente approvati, salvo la revoca. Con la nuova norma però questa fase transitoria non esiste più, da qui lo stop alle nuove concessioni.
Molti gestori di lidi e locali dovranno quindi adesso dirottare i propri interessi altrove. Dal 18 marzo in poi, quando è entrata in vigore la Finanziaria, sono un centinaio le richieste presentate.
Lo stop vale anche per eventuali ampliamenti.
“Passando tutto nelle mani dei Comuni – dice a La Sicilia Antonio Firullo, coordinatore regionale della Fiba Confesercenti – cambia tutto. Le concessioni adesso sono completamente condizionate dai piani spiaggia. Un esempio: a Marina di Ragusa la vecchia amministrazione aveva aggiunto al piano dodici aree che invece in quello predisposto dalla nuova amministrazione sono state escluse. Su queste aree erano già state rilasciate concessioni, ora che fine faranno? Avevamo segnalato questo pericolo ma la norma transitoria è stata cancellata in aula come se ci fosse una precisa volontà di bloccare le concessioni. Si tratta di un danno per gli operatori ai quali la richiesta di concessione costa almeno 5 mila euro. Ma è un danno anche per la Regione se dovessero partire richieste di risarcimenti danni”.
Croce però smentisce il rischio contenziosi. “La legge è chiara – dice – , la concessione è subordinata ai Piani di Utilizzo del Demanio Marittimo. E sia chiaro: la concessione non decade immediatamente ma alla scadenza naturale, quando comunque dovrebbe essere rinnovata”.
Le autorizzazione attive sono circa duemila e scadranno il 31 dicembre del 2020. L’altra novità infatti prevede che gli oltre novemila fra stabilimenti balneari, lidi, ristoranti e bar sulle spiagge potranno restare aperti tutto l’anno, senza alcuna limitazione e con un’unica autorizzazione che durerà fino al 2020, quando scadranno le concessioni. L’epoca delle «stagioni» balneari, che cominciavano a maggio per protrarsi fino ad ottobre, è finita.
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