«Imprese e società portuali – si legge in una nota di Bongiorno – si trovano ad operare in una difficile situazione a causa della limitatezza dei fondali», per questo chiede al ministro «di trovare le risorse per mettere a bando i lavori di dragaggio».
Un problema molto sentito nella provincia, perché, come spiega il numero uno degli industriali trapanesi, «coinvolge agenzie marittime, imprese portuali, cantieristica, ormeggiatori, piloti, armatori, etc, che rappresentano oggi un settore fondamentale per la nostra provincia e che danno occupazione, direttamente o attraverso l’indotto, a migliaia di lavoratori. Com’è noto, il porto di Trapani è classificato scalo d’interesse nazionale ed è, purtroppo, da oltre 30 anni che non vengono posti in atto interventi di dragaggio, ai fini dell’adeguamento e manutenzione dei fondali per renderli adatti alle nuove esigenze. Lo sviluppo tecnologico della navi moderne ha, d’altro canto, portato alla realizzazione di navi più grandi con pescaggi sempre più elevati».
Allo stato attuale, il porto presenta un fondale massimo di circa otto metri, ormai insufficiente per ricevere navi moderne, in relazione al traffico navale commerciale o crocieristico.
«Ma la situazione – avverte Bongiorno – è ancora più allarmante in corrispondenza di alcune banchine portuali di recente realizzazione che restano tuttora non operative a causa della mancata escavazione degli specchi acquei prospicienti. È questo il caso della banchina Isolella, della nuova banchina del Ronciglio, e di una buona parte delle banchine settentrionali. L’auspicio è, a questo punto, che politica e istituzioni nazionali e regionali si facciano carico del problema e giungano ad una rapida soluzione».