L’ARS IN SEDUTA STRAORDINARIA
“Apriremo il confronto per una programmazione democratica dei fondi Ue che metta in cantiere provvedimenti d’emergenza e progetti esecutivi per piccole e medie opere pubbliche”, annuncia Crocetta. Riprende il punto Bernava dando inizio, poco dopo, all’assemblea congressuale presenti il governatore, il presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone e il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando. “Crocetta proponga al presidente dell’Assemblea regionale una convocazione straordinaria dell’Ars sull’emergenza crisi in sessione aperta agli stati generali dell’economia e del lavoro”, è la richiesta del segretario. “Il principio di cooperazione è nel nostro Dna”, le sue parole. Che Bernava, così puntualizza: “Siamo convinti che per attraversare la crisi, serva cooperare. È la responsabilità che unisce”.
Per il segretario, che si lascia alle spalle un trimestre di assemblee precongressuali alle quali, complessivamente nell’Isola, hanno partecipato “oltre ottomila delegati”, le prospettive dell’economia sono “scoraggianti”. È per questo che va costruito “un grande accordo strategico” per il futuro della regione. Un accordo che veda assieme governo, Ars, enti locali e forze sociali e che metta in chiaro “azioni amministrative e strumenti tecnici collegati” e la “scaletta con i tempi di attuazione”.
IL RILANCIO DELL’ALLEANZA SOCIALE
Cuore di quest’accordo, puntualizza il numero uno della Cisl Sicilia, dovranno essere i punti che l’1 marzo 2012 sindacati e imprese dell’Isola misero a fondamento della Marcia per il lavoro produttivo che portò in piazza a Palermo, assieme per la prima volta, 25 mila tra lavoratori e imprenditori. Oltretutto, un tale accordo, aggiunge Bernava, darebbe credibilità alla Regione anche oltrestretto. E renderebbe più solida la legislatura assicurando interlocutori stabili alle forze sociali.
Poi il segretario puntualizza: “Proponiamo un patto sociale per la ricostruzione. Per questo ci aspettiamo che Crocetta faccia quanto da qui annunciato”. Insomma, “apra davvero il confronto”.
LA CRISI IN CIFRE E LA FRAGILITÀ DELL’ECONOMIAMa eccoli i dati, impietosi, della crisi economica e sociale regionale, illustrati da Bernava alla platea dei 560 delegati arrivati dalle nove province per quello che è stato definito “il congresso dell’identità e dell’orgoglio dell’appartenenza Cisl”. In Sicilia il 35,7% dei giovani tra 15 e 29 anni non studia né lavora (Neet). Un giovane su due è ufficialmente disoccupato e la percentuale sale al 56,1% riguardo alle donne, è del 46,7% quanto agli uomini. Nell’Isola, inoltre, sono 35 mila i posti di lavoro perduti nel 2012 con un crollo del 4,1% dei consumi delle famiglie e del 12% degli investimenti delle imprese. E nei prossimi due anni, sottolinea la relazione di Bernava, si avrà un’ulteriore diminuzione di Pil, consumi delle famiglie e investimenti. Mentre l’indebitamento delle aziende va alle stelle e le banche continuano a chiudere i rubinetti del credito. Come dire che quello regionale è un quadro drammatico che “mette a rischio la già fragile coesione sociale” allargando ulteriormente le aree della precarietà, dei senza reddito, dei senza lavoro, dei senza attività.
UNA STRATEGIA PLURIENNALE CON POCHE PRIORITÀ
Da qui, dunque, l’urgenza di una “strategia con poche priorità”, sottolinea il numero uno della Cisl Sicilia. Al centro dell’agenda politica vanno messi, afferma, “azioni e programmi pluriennali, da qui almeno fino alla fine del 2016”, per attrarre investimenti di imprese produttive nel settore delle infrastrutture, in particolare. Servono, ripete, programmi per ridurre l’indebitamento di regione ed enti locali “con linee-guida e indirizzi per la riorganizzazione delle società con partecipazione e controllo pubblico”. Ma servono anche il piano straordinario per il lavoro e un fondo per l’emergenza sociale “a sostegno delle crisi occupazionali, delle famiglie povere e degli indigenti”. Inoltre “proponiamo – aggiunge – che a sostegno dei programmi e delle azioni di riduzione del debito e di riorganizzazione delle partecipate, ci sia una regia, un coordinamento delle attività composto da Regione, ministero dell’Economia, sindaci, amministratori coinvolti e forze sociali”.
Ecco quindi perché, secondo la Cisl, l’alleanza sociale che diede vita alla Marcia sindacati-imprese, “è un valore per la Sicilia”. Quella manifestazione, ricorda il segretario, fu “il culmine di un momento di rottura sociale con il governo Lombardo e la politica”. Per il governo Crocetta, può essere invece “il punto di avvio di un confronto serio e strutturato per la definizione di un piano strategico”. Come dire, caro governatore, aspettiamo le tue mosse.
L’APPELLO ALLE FORZE ECONOMICHE E SOCIALI
Ma Bernava si rivolge anche a Cgil e Uil e alle associazioni di impresa con cui, dopo l’1 marzo 2012, fu costituito il tavolo permanente Salviamo la Sicilia. “Vi chiediamo – esorta – di riprendere subito il percorso delle iniziative comuni che fu sospeso in occasione delle ultime elezioni politiche. Ripartiamo dopo l’approvazione del bilancio. La Cisl è pronta”. “Sarebbe un segnale positivo anche per il Paese, un contributo a quello spirito di riconciliazione che il presidente Napolitano sta cercando di alimentare per la formazione di un governo nazionale che si occupi dell’emergenza crisi”. Insomma, sarebbe un segnale di fiducia per la Sicilia.
MENO SCRIVANIE PIÙ LUOGHI DI LAVORO
Ma al centro del congresso c’è anche la riorganizzazione Cisl. Riorganizzazione come semplificazione, sburocratizzazione, taglio dei ruoli gestionali, trasferimento di uomini e risorse nel territorio “a sostegno dell’azione sindacale per la comunità”. Sono i tratti della “rivoluzione strategica e organizzativa” realizzata in questi anni dalla Cisl Sicilia, e che col congresso, presente il segretario organizzativo nazionale Paolo Mezzio, arriva al giro di boa.
“Si tratta di un cambiamento epocale – spiega Bernava – che prende le mosse dalla consapevolezza delle caratteristiche epocali della crisi e dei suoi effetti. E che abbiamo voluto per costruire un modello di rappresentanza più aperto alle nuove sfide dell’economia e della società”. Per un sindacato nuovo, meglio radicato nel territorio, che valorizzi la partecipazione, la contrattazione e il confronto sociale.
Il sindacato nuovo a cui la Cisl lavora è “un sindacato con meno dirigenti dietro alle scrivanie e più sindacalisti nei posti di lavoro, in mezzo alla gente, per ascoltare, aggregare, coinvolgere, contrattare”. Poi Bernava ricorda, con orgoglio, che la Sicilia è stata la prima regione in Italia, nel pianeta nazionale Cisl, ad attuare la regionalizzazione dei Caaf con la costituzione di un’unica società in luogo delle nove, vecchie società provinciali. Nel settembre 2011 è stata decisa l’uscita dallo Ial. Qui, è stata introdotta la governance regionale unica tra Caf e Inas. E nel settembre 2012 il consiglio generale regionale ha dato il via all’integrazione delle aree territoriali “col passaggio – sottolinea il segretario – da nove a cinque province sindacali”: Palermo-Trapani, Agrigento-Caltanissetta-Enna, Ragusa-Siracusa. Poi Catania e Messina.
In pratica, ben 180 segretari hanno lasciato ruoli di gestione per spostarsi nel territorio e nei luoghi di lavoro. E all’orizzonte, per i prossimi mesi, c’è un passaggio ulteriore: il dimezzamento del numero (19 al momento) delle federazioni sindacali di categoria.
ARDIZZONE: IO PRONTO AL DIALOGOIl congresso si concluderà domani. Stamani è pure intervenuto Ardizzone che ha subito fatto eco al segretario Bernava: “Sono pronto – le sue parole – a promuovere il dialogo fra il parlamento regionale e le parti sociali sui temi più importanti per lo sviluppo, subito dopo l’approvazione della Finanziaria”.
Domani, per mezzogiorno, sono attese le conclusioni del leader nazionale Raffaele Bonanni. Quindi le operazioni di scrutinio e l’elezione del nuovo segretario e della nuova segreteria regionali.