12,15 – “Coerente con il percorso avviato, ho provveduto oggi a revocare le deleghe e le nomine agli assessori, azzerando la giunta. Rimangono
in carica il vicepresidente, assessore Lo Bello, che manterrà le deleghe della formazione e delle attività produttive, al fine di evitare vacatio di governo
in mia assenza e l’assessore Contrafatto, per ragioni esclusivamente tecniche legate alla sua aspettativa di magistrato. La scelta – dice il presidente – non era più rinviabile e l’azzeramento vuole accelerare i tempi del nuovo governo, legittimando pienamente una squadra, in una fase in cui occorre procedere al confronto con il governo nazionale sul risanamento dei conti, realizzare velocemente le riforme, certificare entro l’anno la programmazione europea e avviare la nuova. La Sicilia non può aspettare. Sono fiducioso che i partiti nei due giorni in cui sarò per ragioni istituzionali all’estero, sapranno trovare l’intesa necessaria che richiede la responsabilità del momento. Al mio rientro tutto dovrà essere concluso, poiché l’azione di governo e quella politica devono pienamente coniugarsi con i tempi, altrimenti il governo e la politica diventerebbero totalmente incomprensibili ai cittadini. Io non voglio diventare incomprensibile e con la chiarezza di sempre continuo a muovermi all’interno delle corde civili e serie che impone la situazione. Al mio rientro nulla potrà essere più rinviato. Ho affidato al segretario del mio partito il compito di mantenere con altre forze politiche e i movimenti, le interlocuzioni necessarie e con lui mi raccorderò costantemente in questi giorni”.
07,00 – Il Presidente della Regione Siciliana Rosario Crocetta alle prese con due rebus: i conti della Regione, e la nuova Giunta.
I CONTI. È stato un incontro positivo, abbiamo affrontato il tema dei trasferimenti dei fondi Cipe per chiudere il bilancio del 2015 e la questione di un intervento strutturale per mettere in sicurezza il bilancio della Regione, non solo per il 2016 e il 2017. L’assessore all’Economia Alessandro Baccei ha presentato alcune proposte, saranno valutate dai dipartimenti tecnici del governo centrale. E il 9 novembre ci sarà un nuovo incontro».
È il resoconto del presidente della Regione Rosario Crocetta, al termine della riunione a Roma con i sottosegretari Claudio De Vincenti e Gianluca Bressa sui problemi finanziari della Regione, che ha un disavanzo di quasi 2 miliardi di euro.
«La Sicilia può assumersi alcune funzioni in cambio lo Stato deve rivedere alcuni meccanismi fiscali – afferma Crocetta – in modo tale che possiamo allinearci alle altre Regione a statuto speciale, perché in questo momento la Sicilia è penalizzata».
«La Regione – continua Crocetta – è pronta ad assumersi responsabilità chiare e vuole la certezza delle entrate per consentire di avviare una positiva fase di sviluppo. Le proposte effettuate dalla Regione, per bocca dell’assessore Baccei espongono infatti una posizione di maggiore responsabilità a fronte di nuove entrate. Ho ringraziato il governo nazionale per l’attenzione dimostrata e soprattutto per avere analizzato con attenzione la nostra proposta. Confido in una soluzione positiva».
GIUNTA. Sulla Giunta Crocetta quater non c’è ancora nulla di concreto: «Sto rientrando a Palermo, devo sentire i segretari dei partiti di maggioranza, mi devono dire loro cosa intendono fare: io non ho posto condizioni inaccettabili. Sono sempre ottimista, comunque un governo lo faccio. E molto presto». Tra gli ostacoli maggiori, ammette Crocetta, c’è quello della rappresentanza dei partiti nella nuova giunta, con i numeri che ancora non tornano. Togliere l’assessorato al Psi per provare a far quadrare i conti nella maggioranza. Rosario Crocetta ci sta pensando, anche se la mossa di escludere dalla giunta gli uomini di Nino Oddo non risolverebbe da sola il problema delle richieste eccessive arrivate dai partiti.
In questa fase Crocetta ha ricevuto dal Psi l’indicazione formale di Giovanni Di Giacinto come futuro assessore. Oggi i socialisti hanno «in quota» Mariella Lo Bello, che non vorrebbero però riconoscere. Forti di una rappresentanza parlamentare aumentata dai recenti innesti di Antonio Malafarina e dello stesso Di Giacinto, che hanno abbandonato il Megafono.
A Palazzo d’Orleans lo schema dei dodici assessorati da dividere agli alleati continua però a restare incompleto. Il Pd chiede sette assessori e Crocetta e disposto a concederne 5, forse 6. Il Pdr di Totò Cardinale ne ha uno e vorrebbe raddoppiare. Tutte richieste di fronte alle quali Crocetta sta resistendo. Anche perchè Palazzo d’Orleans non vorrebbe riconoscere la legittimità politica dei continui cambi di casacca che servono a rafforzare le file di quei partiti che poi chiedono più spazio in giunta. Rientra in questo fenomeno il caso scoppiato fra gli eredi del movimento di Lino Leanza, Sicilia Democratica. È un partito a cui Crocetta vorrebbe concedere un posto, con ogni probabilità affidandolo a Luisa Lantieri.
Ma una parte di quel partito è oggi confluito in Sicilia Futura, il movimento di Cardinale. E per questo motivo Totò Lentini, deputato che ha sposato la linea Cardinale, ora invita Crocetta «a non lasciarsi allettare dalle facili lusinghe di quei deputati (Coltraro, Currenti e Lantieri) che sino a qualche giorno fa facevano parte di Sicilia Democratica e che ancora oggi impropriamente spendono il nome di un partito rispetto al quale si sono posti fuori con un’azione dal carattere piratesco». Lentini rivendica il simbolo di Sicilia Democratica e invita quindi a legittimare la fusione di quel partito nel Pdr. Da qui l’appello per riconoscere più spazio al Pdr-Sicilia Futura invece di assegnare un posto agli ex amici di Sicilia Democratica: «Il presidente Crocetta abbia buona memoria di chi in questi anni di mandato gli ha garantito il proprio sostegno politico senza mai chiedere controprestazioni e senza cavalcare criticità neanche quando le convenienze e gli umori di una Sicilia stanca di tentennamenti avrebbero trovato più confortevole e politicamente remunerativa una posizione di critica e distinguo. Scelga il presidente, con chi continuare a percorrere quest’ultimo tratto di strada. Il Pdr – oggi Sicilia Futura – rappresentano una forza solida, coesa, alleati fedeli ma non sudditi subalterni».
LA NOTA DEL GRUPPO SICILIA DEMOCRATICA. “Le dichiarazioni del deputato Lentini di Sicilia Futura ci lasciano indifferenti e ci guida l’antico adagio latino “de minimis non curat pretor”. Tra l’intimidatorio ed il farneticante, il deputato di Sicilia Futura continua con il suo volgare spettacolo che non interessa la Sicilia. Vuota declamazione che rischia di degenerare in turbe esistenziali, per non prendere atto che noi siamo un gruppo parlamentare ,con un capogruppo, legittimati nella solennita’ dell’Assemblea Regionale Siciliana, siamo un movimento politico con un importante e numerosa classe dirigente territoriale, proteso ad una crescita politica e verso un progetto politico innovativo. Se ne faccia una ragione il deputato Lentini. Il resto e’ materia che appartiene ad organi giurisdizionali, che sapranno con rigore e serieta’ assumere le giuste decisioni. Siamo mille miglia distanti da questi comportamenti che si commentano da soli. Ognuno per la sua strada. E non intediamo dare peso e attenzione a cio’ che non ha peso e non merita la minima attenzione”.
FALCONE. “Come era prevedibile ci troviamo di fronte ad un ulteriore fallimento di Rosario Crocetta, tornato a mani vuote da uno sconclusionato incontro romano per sistemare i conti siciliani, e di questo non c’è di certo da meravigliarsi. La riunione di Roma certifica la piena delegittimazione del presidente della Regione, in un contesto surreale in cui quella che dovrebbe essere una coalizione di maggioranza dà invece l’impressione di essersi trasformata in un coacervo di bande armate, costantemente l’una contro l’altra, con intento predatorio nei confronti di una Sicilia che sprofonda sempre più. Ma d’altronde Crocetta guarda con distacco tutto questo per cui come premio si regala una gita in Tunisia”, così l’onorevole Marco Falcone, capogruppo di Forza Italia all’ARS.
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