Last updated on 7 marzo 2021
Il danno erariale della corruzione in Sicilia è di ben 470 milioni di euro ed è “legato a un comportamento doloro o gravemente colposo di soggetti pubblici che hanno contribuito alla mala gestione della cosa pubblica” e inoltre sono stati erogati illecitamente più di 250 milioni di euro. E nel 2014 le denunce sono state 650. Lo ha detto il generale Ignazio Gibilaro, Comandante regionale della Guardia di Finanza in Sicilia, durante il corso su ‘L’azione di contrasto alla corruzione’ organizzato con l’Università di Palermo a Palazzo Steri in collaborazione con la Camera di Commercio, in merito all’attivita’ svolta nell’isola dalle Fiamme Gialle. All’incontro era presente anche il Presidente dell’Anticorruzione Raffaele Cantone.
Il generale Gibilaro nel suo intervento allo Steri ha affermato che “La Guardia di Finanza ha aderito con entusiasmo alla proposta arrivata dall’Università di Palermo per motivazioni che si spossono collocare su due livelli: uno nazionale e uno locale. A livello nazionale, il Corpo della Guardia di Finanza ha delle pecularietà, un vero e e proprio know how che, in quanto polizia economico-finanziaria, permette di fornire a tutte le autorità, dalla magistratura ordinaria a quella contabile, un apporto nell’analisi e nello studio del fenomeno della corruzione. Il Corpo, essendo nella stragrande quantità dei casi i fenomeni di corruzione legati all’elemento finanziario e patrimoniale, ha fatto una scelta decisa, quella di impiegare risorse, uomini e mezzi a disposizione delle autorità che stanno agendo, a partire dall’Anticorruzione. C’è un livello regionale, in questi anni è cresciuto un altro problema quale è la gestione del denaro pubblico – ha concluso Gibilaro – I reati contro la Pubblica amministrazione, dalla concussione, al peculato, alla frode, all’abuso d’ufficio sono spesso un momento di passaggio, un mezzo nell’ottica dell’appropriazione indebita di risorse pubbliche in un periodo di crisi”.
In Sicilia sono “moltissimi” i fascicoli aperti dall’Authority anticorruzione, guidata dal magistrato Raffaele Cantone. A confermalo è lo stesso Cantone. . “Ci sono moltissimi fascicoli aperti in Sicilia – spiega Cantone – perché il nostro controllo in materia di trasparenza fa sì che ci siano tantissime vicende, ci siamo occupate di rifiuti nel catanese, e di altre vicende collegate a controlli più o meno ordinari. Non c’è una vicenda specifica, ce ne sono varie e su vari fronti”
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