Last updated on 15 novembre 2020
A che punto è il programma per la ricerca e l’uso del plasma iperimmune per la cura del Covid in Sicilia? Si stanno potenziando le iniziative di reperimento di donatori e si sta garantendo la piena funzionalità dei centri individuati per le procedure mediche di plasmaferesi? A chiederlo è il gruppo all’Ars di Attiva Sicilia con in un’interrogazione rivolta al presidente della Regione siciliana e all’assessore regionale alla Salute.
“Tra le numerose terapie approntate per contrastare le patologie sviluppate dall’infezione da coronavirus – spiega Valentina Palmeri di Attiva Sicilia – la plasmaterapia, che prevede l’uso di trasfusioni di plasma immune, ha ottenuto e sta ottenendo notevoli risultati terapeutici soprattutto nei casi più gravi. Ecco perché riteniamo fondamentale fare in modo che i centri individuati e autorizzati in Sicilia per la raccolta del plasma possano funzionare a pieno regime, mentre attualmente, anche a causa dell’andamento epidemiologico, l’attività di arruolamento di donatori va a rilento”.
Il plasma immune viene recuperato dai soggetti che hanno avuto l’infezione, l’hanno superata e presentano titoli anticorpali prodotti dal loro sistema immunitario per contrastare il virus adeguatamente alti: questi anticorpi possono essere trasferiti ad un soggetto ammalato per aiutare il suo sistema immunitario a debellare il virus in maniera più rapida e più efficace.
In Sicilia i centri trasfusionali individuati e autorizzati alla raccolta del plasma sono il Policlinico Vittorio Emanuele e Arnas Garibaldi di Catania; il Policlinico Giaccone e Villa Sofia-Cervello a Palermo; il Papardo di Messina e le Asp di Ragusa, Trapani e Caltanissetta. A livello nazionale sono 80 i centri attualmente registrati ma soltanto 21 sono stati attivati e 14 dei quali stanno arruolando pazienti.
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