In Sicilia “i dati sono fisiologici, non allarmanti: è cresciuto il numero dei contagi negli ultimi giorni, ma non c’è pressione sugli ospedali e gli ingressi in terapia intensiva ieri sono stati appena quattro. Continuiamo a perdere vite umane, 22, ma è un dato assolutamente diverso rispetto alle settimane passate”. Lo ha detto a Progress, su Sky TG24, il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci. “Siamo convinti – ha aggiunto – che in questo mese di aprile bisogna tenere alta l’attenzione.
La Sicilia in particolare, per la fragilità del suo tessuto imprenditoriale, ha bisogno di guardare al futuro con ottimismo e anche con immediatezza. Per questo non mi stanco mai di dire al governo centrale di mandare presto i ristori e i sostegni, e che siano concreti”.
“L’approccio del presidente Draghi – ha osservato Musumeci – è stato improntato al rigore, forse ci vorrebbe un pizzico in più di generosità, lo dico con serenità. Se non ci fossero state le Regioni i morti li avremmo contati ai bordi delle strade. Lo Stato ha potuto affrontare e in parte superare questa drammatica stagione – ha sottolineato – perché le articolazioni dello Stato, le Regioni, con mille difficoltà e con errori, ma anche con iniziative virtuose, hanno saputo fare fronte ai problemi sul territorio. Il governo nazionale non può pensare di contestare le Regioni quando c’è qualcosa che non va e assumere i meriti a Roma quando le cose vanno bene. Credo che serva maggiore comprensione, linee più chiare dal governo nazionale, una maggiore tolleranza e disponibilità da parte di tutte le Regioni a cominciare dalla mia. La strategia deve essere unitaria fin dove è possibile, poi ogni territorio può avere esigenze particolari”.
“L’ho sempre sostenuto: l’ultima cosa che chiuderei sono le scuole. La scuola va tenuta, finché è possibile, aperta nell’interesse degli studenti e delle famiglie. I ragazzi meglio tenerli a scuola che farli andare in giro a creare assembramenti o tenerli a casa chiusi in una condizione che in una condizione che sfocia nella depressione”, ha osservato Musumeci.”Fin quando il Comitato tecnico scientifico non mi dirà di chiudere – ha aggiunto – perché è in pregiudizio la salute di tutti quanti i siciliani, io terrò aperte le scuole come è stato fino a questo momento. Tranne pochissime parentesi, noi non abbiamo chiuso le scuole, in particolare fino alla prima media, e abbiamo riaperto anche le scuole superiori. Non si può fare pianificazione a media e lunga scadenza in tempo di epidemia – ha chiosato Musumeci – si vive alla giornata, si contano i numeri la mattina e in base a questi si decide cosa fare”.
La Sicilia è la prima Regione d’Italia per percentuale di dosi di vaccino anti Covid inoculate: l’86%, di fronte a una media nazione del 82,2%. Ne sono state somministrate 723.242 delle 840.535 ricevute.
E’ quanto emerge dal Report vaccini anti Covid pubblicato dal sito del governo nazionale, aggiornato a stamattina. Un dato che arriva nel giorno in cui nell’Isola arriva il Commissario nazionale per l’emergenza Covid Francesco Paolo Figliuolo che farà visita all’hub vaccinale di Messina, alla Fiera, e di Catania, nell’ex sede del mercato ortofrutticolo di San Giuseppe La Rena.
“La catena delle risorse umane c’è, ma manca la materia prima. Ci hanno detto che per i primi di aprile dovrebbero arrivare 110mila filale dei tre vaccini, speriamo possa essere così”.
Lo ha detto a Progress, su Sky TG24, il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci, rilevando che nell’isola la somministrazioni degli over 80 “è al 65 %”.
“C’è stata una brusca frenata – ha spiegato – legata alla vicenda di AstraZeneca, perché anche se non riguardava loro si è creata la psicosi. Adesso sono riprese le prenotazioni, si fanno le file nei centri hub perché chi è prenotato per le 11 si presenta alle 9 e chi è prenotato per le 9 è costretto a fare la fila anche per chi è prenotato per le 11. Poi si viene in compagnia e l’accompagnatore crede di avere diritto a poter fare il vaccino assieme al familiare che sta accompagnando. Questo – ha osservato Musumeci – ha determinato qualche lunga fila”.