C’è ancora un futuro per le banche popolari del territorio, tra nuove norme, era digitale e globalizzazione del sistema creditizio? La risposta è sì, se restano fisicamente legate al territorio, vicine alla gente e alle imprese, pronte a sostenere famiglie, professionisti, piccoli e medi imprenditori, giovani che vogliono avviare attività e costruirsi un futuro; ma allo stesso tempo devono essere capaci di entrare nel mondo virtuale delle nuove generazioni – i cosiddetti “millennials” – e di “connettersi” col resto del mondo, attraverso le tecnologie Fintech e Blockchain, nonché di accompagnare le aziende sui mercati esteri, con una gamma completa di servizi.
Insomma, la via è il cosiddetto “glocal”, ovvero saper coniugare “globale” con “locale”, ricetta che, peraltro, è già vincente in Paesi evoluti come gli Usa e il Regno Unito, dove molte imprese – bancarie e non – hanno fatto del “think global, act local” il loro motto vincente.
Di questo e altro si discuterà in occasione della presentazione – domani 1 dicembre alle ore 10 presso la sede di Palazzo Petyx a Palermo, in via Enrico Albanese, 98, e domenica 2 dicembre, stessa ora, presso la sede storica di Palazzo Frangipane a Licata, in corso Vittorio Emanuele, 8 – del saggio “Le radici e le ali” di Giovanni Criscione. La Banca popolare S. Angelo avvierà così i festeggiamenti per i suoi primi 100 anni che compirà nel 2020 e i nuovi vertici, il presidente Antonio Coppola e l’A.d. Ines Curella, annunceranno ai soci le importanti evoluzioni strutturali appena realizzate, che consentiranno alla banca, restando saldamente ancorata al territorio, di spiccare il volo per affrontare con rinnovata solidità e serenità le prossime sfide dei mercati e delle tecnologie.
In questa direzione, ad esempio, si innesta l’essere stata la prima banca italiana, tra quelle di pari dimensioni, a dotarsi di una propria “Blockchain” estesa a tutto il Mediterraneo. La tecnologia della Blockchain, tra l’altro, agevola lo sviluppo di innovative forme di assistenza informativa e dispositiva tramite i canali digitali – già oggi in studio di fattibilità – in favore di pubbliche amministrazioni, enti istituzionali e soggetti privati.
Inoltre, seguendo anche le indicazioni del Governatore della Banca d’Italia contenute nella sua Relazione annuale dello scorso mese di maggio, la S. Angelo recentemente ha ampliato le proprie partnership commerciali, nell’ottica di fornire ai propri clienti un panel completo di offerte di servizi bancari, finanziari e assicurativi all’avanguardia. In questo ambito, sono stati chiusi alcuni accordi di grande rilevanza. Ad esempio, per agevolare l’incasso dei crediti vantati dagli imprenditori verso la pubblica amministrazione, è stato siglato un accordo con Banca Sistema, mentre con Banca Ifis si opererà per il factoring dei crediti commerciali. Con Banca del Mezzogiorno e con Irfis-FinSicilia sono stati firmati accordi per l’effettuazione di finanziamenti in “pool” o “club deal”. Ibl accompagnerà S. Angelo per le cessioni del quinto, mentre Azimut si affiancherà come partner per il mondo del Wealth Management.
Sono, altresì, in corso di imminente definizione importanti accordi per favorire l’internazionalizzazione delle imprese siciliane, tramite una partnership con Banca Ubae, come pure in corso di definizione sono accordi con operatori del Fintech e del “private debt”, al fine di ampliare la “capacità di fuoco” della Bpsa a sostegno delle imprese, anche con forme innovative di finanziamento.
Le radici: dal “modello Curella” le indicazioni per il futuro
Il dibattito sul futuro modello di banca territoriale avverrà in seno ad un “talk show-tavola rotonda” che impegnerà anche gli economisti Roberto Ruozi (ex Rettore della Bocconi) e Rodolfo Signorino (professore associato di Economia politica all’Università di Palermo) e il pubblico, attorno al volume che ricostruisce le origini e l’evoluzione dell’originale modello di banca ideato e sviluppato da Nicolò Curella, geniale capitano d’impresa che riuscì per 50 anni a dare credito in maniera sana, a creare da pochi sportelli un polo bancario regionale, a concepire un’inedita operazione di scissione che consentì ad azienda, dipendenti e risparmiatori di superare indenni le vicende che travolsero il sistema finanziario dell’Isola e a ripartire con l’odierna Banca S. Angelo, il cui nuovo decollo è affidato oggi alla guida della figlia, Ines.
Le ali: il nuovo corso della S. Angelo e il “volo” per i prossimi anni
“In Sicilia c’è ancora bisogno – spiega Ines Curella – di una banca popolare locale fisicamente vicina al territorio, alle famiglie e alle imprese, organizzata secondo il modello etico e mutualistico della cooperativa, ma al contempo moderna e al passo coi tempi, come conferma il fatto che durante il 2018 sono stati aperti oltre 3.000 nuovi conti correnti e sono stati concessi ulteriori finanziamenti alle imprese per 80 milioni di euro. La raccolta complessiva è aumentata del 2,3%, gli impieghi del 2,5%, sintomi tutti della vitalità della Bpsa. E i rischi diminuiscono: la banca ha perfezionato un’operazione di cessione di crediti in sofferenza in pool con 17 banche popolari in seno alla Associazione delle banche popolari. Inoltre, i livelli di patrimonializzazione della S. Angelo restano di prim’ordine, con l’indice CET1 al 14,10% e il TCR al 15,28%, considerevolmente al di sopra dei livelli minimi assegnati dall’Autorità di vigilanza. Da qui, dopo i primi 100 anni, si riparte per nuove sfide, forti di una solidità sapientemente costruita nel tempo”.