Crescono i risparmi bancari di famiglie e imprese siciliane rispetto all’anno precedente. Confermata come nell’ultimo rapporto, invece, la diminuzione dei prestiti e i mutui concessi alle aziende ma aumentano, anche se di poco, quelli nei confronti delle famiglie. Sono alcuni dei dati del Rapporto annuale sul credito dell’anno 2017 elaborato dall’Osservatorio regionale sul credito, attivo al dipartimento delle Finanze (Servizio credito), che il vicepresidente e assessore regionale all’Economia, Gaetano Armao, ha presentato stamattina alla stampa.
Il Rapporto annuale è una fotografia dell’andamento bancario – annualmente diramata dall’Assessorato – dell’articolazione territoriale degli istituti di credito allocati nelle varie province, dei depositi e dei prestiti concessi ai vari settori produttivi e alle famiglie siciliane. Mette in relazione i dati siciliani con quelli nazionali, oltre a fare un’ulteriore comparazione con i dati di tre regioni Campania, Toscana e Veneto) rappresentanti di tre diverse aree geografiche e economiche (Sud, Centro e Nord).
In particolare dal Rapporto è emerso che i depositi sono aumentati a poco più di 59 miliardi, nello stesso periodo del 2016 la raccolta superava oltre 58 miliardi. Crescono, anche se di poco, i risparmi delle famiglie siciliane (da 48 miliardi 888 milioni a 49 miliardi 157 milioni) che delle imprese (da circa 7 miliardi e 500 milioni a 7 miliardi 866 milioni). Dati che dimostrano la lieve ripresa della propensione al risparmio.
Per quanto riguarda, invece, gli impieghi, l’Osservatorio ha rilevato un valore inferiore rispetto a quello registrato nello stesso periodo del 2015 e del 2016. Dai dati elaborati emerge che nel 2017 in Sicilia, così come nelle altre aree geografiche oggetto di confronto, i prestiti e i mutui concessi dalle banche alle imprese sono diminuiti dai quasi 20 miliardi del 2016 a poco più di 18 miliardi nel 2017, mentre risultano aumentate le erogazioni alle famiglie: da circa 27 miliardi a 27 miliardi e 700 milioni.
Nel 2017, infine, il rapporto tra sofferenze e impieghi si presenta in Sicilia superiore al dato nazionale, sia per gli impieghi alle famiglie consumatrici (9,1% Sicilia; 6,2% Italia) che rispetto a quelli destinati alle imprese: 24,8% Sicilia; 16,2% Italia. Una rilevante boccata d’ossigeno per sostenere le piccole e medie imprese siciliane per l’accesso al credito bancario, con maggiore velocità e a condizioni più favorevoli. L’Assessorato ha stanziato oltre 102 milioni di fondi comunitari che, grazie ad un accordo con il Mise e il Mef, verranno messi a disposizione del Fondo di Garanzia (Sezione speciale Sicilia) per garantire le banche nell’erogazione dei prestiti.
E ancora, come previsto dalla l.r. n. 8 del 2018, sono in arrivo i fondi Jeremie della vecchia programmazione che possono esser utilizzati per garantire le aziende nei confronti delle banche (Tranched cover).
La misura più importante è quella che riguarda un tesoretto di 102.655.484 euro di fondi comunitari (Por Fesr 2014-2020, obiettivo tematico III, azione 3.6.1 “Potenziamento del sistema delle garanzie pubbliche per l’espansione del credito in sinergia tra sistema nazionale e sistema regionale”), concessi dall’UE per agevolare l’erogazione di garanzie in favore delle piccole e medie imprese, che l’assessorato all’Economia ha stanziato e messo a disposizione del Fondo Centrale di Garanzia (sezione speciale Sicilia).
Il dipartimento regionale Finanze ha sottoscritto, nel mese di luglio, un accordo con il Mise (Ministero dello Sviluppo economico) e il Mef (Ministero dell’Economia e delle Finanze) che ha avviato un meccanismo di agevolazione di accesso al credito. In base all’accordo, infatti, la Regione ha già erogato i primi fondi alla Sezione speciale Sicilia per consentire la concessione di garanzie pubbliche. Molte imprese siciliane caratterizzate da un elevato potenziale economico ma, al contempo, prive di una storia di credito che consenta loro di accedere al mercato delle garanzie, restano spesso prive di fondi per promuovere ambiziosi progetti imprenditoriali. Gli intermediari finanziari, infatti, sottoposti agli stringenti vincoli di Basilea II, non potrebbero erogare finanziamenti a queste imprese senza l’intervento del Fondo centrale di garanzia. Risulta, quindi, di rilevante impatto la concessione di garanzie pubbliche che intervengono a risolvere ciò che viene definito dalla normativa europea “fallimento di mercato”.
Le piccole e medie imprese potranno chiedere fino ad un massimo di 2 milioni e mezzo di prestiti per la realizzazione di investimenti (anche già avviati alla data di presentazione della richiesta di garanzia, purché non siano completati o completamente realizzati), nonché per disporre di capitale circolante per lo sviluppo aziendale.
L’accordo prevede, inoltre, una particolare misura agevolativa in favore delle micro e piccole imprese che, nell’ipotesi di prestiti fino a 120 mila euro, potranno usufruire di un meccanismo più rapido di accesso: si tratta, in particolare, del “rischio tripartito” tra Fondo di garanzia, banche e Confidi. In base all’effetto moltiplicatore, l’Assessorato stima che i nuovi finanziamenti erogabili nei prossimi 4 anni previsti dallo strumento finanziario supereranno il miliardo di euro, per un importo di garanzie di circa 780 milioni.
Un’altra misura importante che agevola un migliaio di imprese è quella che, grazie alla proroga fino al 31 ottobre dell’Accordo per il credito già da tempo sottoscritto tra Abi e l’associazione di rappresentanza delle imprese, prevede:
- la sospensione e l’allungamento dei finanziamenti (imprese in ripresa): le banche prolungheranno i termini di restituzione dei mutui senza maggiorare gli interessi;
- il finanziamento dei progetti di investimento e il rafforzamento della struttura patrimoniale delle imprese (imprese in sviluppo);
- lo sblocco dei crediti vantati dalle imprese nei confronti della pubblica amministrazione. Chi vanta questi crediti può chiedere un prestito a condizioni agevolate.
Da utilizzare anche 22 milioni (fondi Jeremie), secondo le previsioni della l.r. N. 8 del 2018, così come gli 84 milioni allocati presso IRFIS di Sicilia, per concedere agevolazioni alle imprese sotto forma di garanzia, nel primo caso e di finanziamento nel secondo.
Nel primo caso La Regione utilizzerà per prima volta i “Tranched cover”, ovvero “garanzie di portafoglio”, in base ad una norma dell’ultima Finanziaria (articolo 5).
I tranched cover sono uno strumento di garanzia per le banche, affinché possano erogare credito alle imprese con più facilità e minori costi sui tassi di interesse.
L’intervento sarà attuato attraverso la costituzione in pegno del Cash Collateral Junior che sarà depositato presso ogni finanziatore (banche, confidi e intermediari finanziari): si tratta di una garanzia che copre le prime perdite registrate su un portafoglio di esposizioni creditizie erogate in favore delle imprese.
E’, inoltre, previsto l’intervento dei Confidi attraverso la costituzione in pegno di un Cash Collateral Mezzanine depositato presso ogni finanziatore che riterrà di attivarlo: la garanzia, in questo caso, copre le perdite registrate su un portafoglio di esposizioni creditizie erogate in favore delle imprese e aventi grado di rischio minore rispetto alla Tranche Junior (Tranche Mezzanine). L’assessorato all’Economia per attuare i tranched cover selezionerà tramite una gara un soggetto gestore del fondo, che procederà con un secondo avviso alla selezione di uno più intermediari finanziari, tra i quali i Confidi, che concederanno garanzie per l’erogazione di finanziamenti alle imprese siciliane. Il dipartimento Finanze, prima di procedere alla pubblicazione dei bandi, aspetta la notifica della Commissione Europea per avere la certezza sulla compatibilità della misura con il mercato interno.
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