Le regioni
Per quanto riguarda i fallimenti l’incremento più alto è registrato dalla Sicilia con un aumento del 27,9% rispetto all’anno precedente. In generale, si legge ancora nel rapporto del Cerved, il Nord Est registra una decisa inversione di tendenza: nel 2012 il numero di procedure era diminuito del 3,6% sull’anno precedente, mentre nel 2013 si osserva un incremento del 19,7%, dovuto alla forte accelerazione dell’Emilia Romagna dove l’incremento è stato del 25,4% e del Trentino Alto Adige (21,7%) e all’incremento a tassi a due cifre in Veneto (16,1%) e Friuli (14,4%). Crescono a ritmi sostenuti anche i fallimenti nelle regioni del Centro (12,9%) e del sud (10%): i maggiori aumenti al Centro si registrano in Toscana (18,3%) e nel Lazio (13,2%), mentre nel Mezzogiorno l’aumento registrato in Sicilia viene in parte attenuato dal calo delle procedure in Abruzzo (-15,5%) e Basilicata (-3,8%). Nel Nord Ovest i fallimenti superano quota 4 mila (8,6% in più sul 2012): pesa soprattutto l’aumento in Lombardia (12,7%), mentre in Piemonte si registra un incremento più modesto (1,9%) e il fenomeno risulta in calo in Liguria e Valle d’Aosta.
I settori
Nel 2013, scrivono i ricercatori del Cerved, l’industria ha invertito la tendenza positiva dell’anno precedente con un incremento dei fallimenti pari al 12,9% in quasi tutti i segmenti manifatturieri: fanno eccezione le imprese del sistema moda in cui si registra un calo delle procedure fallimentari del 3,4% e quello degli altri beni di consumo (2,9%). le procedure aumentano invece a ritmi elevati nella chimica (50%), nella siderurgia (26,8%) e nel sistema casa (22,4%). Nell’edilizia i fallimenti aumentano ulteriormente (8,6%) anche se a ritmi inferiori rispetto a quelli osservati nell’industria e nei servizi.