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Crocetta a Roma propone a Renzi un patto per la Sicilia per salvare i conti della Regione

Un patto per la Sicilia e il bilancio 2016/2017, sono stati tra i principali temi dell’incontro avvenuto  a Palazzo Chigi, tra il governo regionale siciliano rappresentato dal presidente della Regione Rosario Crocetta, gli assessori Baccei, Cracolici e Pistorio con i sottosegretari De Vincenti e Bressa.

La Regione Siciliana ha presentato l’elenco degli interventi urgenti per le infrastrutture, l’ambiente e il territorio, l’energia e l’urbanistica, con particolare riferimento alla manutenzione delle strade secondarie per contribuire in questo modo allo sviluppo delle zone più interne della Sicilia e ad un miglioramento della viabilità.

Entro la settimana la Regione indicherà le priorità da dare ai vari interventi. Per quanto riguarda il bilancio 2016/2017, prosegue la fase interlocutoria e propedeutica alla individuazione di un accordo che dia una soluzione definitiva alla questione delle entrate della Regione, in modo tale da consentire una programmazione strutturale. La riunione è stata aggiornata alle 18 di lunedì prossimo, e sarà preceduta da un incontro tra l’assessorato regionale dell’Economia e la Ragioneria generale dello Stato, per valutare le ipotesi messe in campo.

Sul tavolo la proposta della Sicilia per ripianare un disavanzo enorme: 1,4 miliardi di euro. Ricavabili, stando al documento presentato da Baccei, da una complessa serie di interventi che prevedono, tra le altre cose, anche la revisione dello Statuto siciliano.

Nel documento che Baccei ha portato a Palazzo Chigi, da un lato, si sottolinea “l’evidente sforzo di contenimento della spesa comprimibile fatto dall’attuale governo. Dal consuntivo 2013 (il governo Crocetta si è insediato a fine 2012) – si legge – la spesa comprimibile è scesa del 24,2% per un valore pari a 847 milioni”. Ma sempre nella parte iniziale del prospetto si va al cuore del problema: “Per il 2016 il disavanzo ad oggi stimabile, – viene messo nero su bianco – avendo già considerato gli interventi correttivi è di 1,44 miliardi di euro. Non si vedono al momento soluzioni percorribili per coprire questo disavanzo senza il supporto del Governo Nazionale”.

Oggi intanto torna a Sala d’Ercole la riforma dei Liberi consorzi, corretta dopo l’impugnativa di Roma. Nel testo è rimasta una sola differenza rispetto alla riforma “Delrio”: il sindaco della Città metropolitana non corrisponderà a quello del capoluogo. Solo l’ultimo sgarbo del governatore Crocetta a Leoluca Orlando.

LA BUSTA PAGA DI CROCETTA  –  Guadagna 13.800 euro lordi al mese (9.748 netti), di questi ben 4.500 sono frutto di un rimborso forfettario esentasse. E’ questa la ‘busta paga’ del presidente della Regione Siciliana, Rosario Crocetta, secondo i dati sui compensi dei governatori diffusi dal Corriere della Sera.

Al governatore siciliano, di norma, la Regione paga anche i biglietti aerei, gli alberghi in cui soggiorna e tutte le spese di trasporto (taxi quando non sono disponibili le auto istituzionali con autista).

Crocetta non è il governatore più ricco d’Italia ma fino al 2012 i presidenti sicliani percepivano uno stipendio mensile netto 14.192 euro. Un compenso secondo solo al presidente ella Regione Sarda che percepiva circa 500 euro in più.

Lo stipendio del governatore è quindi quasi il doppio di quello percepito dai deputati regionali che, dopo il recepimento del decreto Monti, guadagnano 5.200 euro netti. In realtà il compenso di un parlamentare siciliano è di 7.100 euro ma 1.900 di questi devono obbligatoriamente essere utilizzati per pagare i collaboratori e non vengono erogati se non viene fornita la documentazione.

Crocetta dispone inoltre di fondi riservati dei quali non deve giustificare (esibire una valida motivazione di legge o contrattuale) la spesa ma soltanto rendicontarla (elenco delle spese con le relative ricevute).

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