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Crocetta alla riscossa. Annuncia un piano di riforme fino al 2017. Pd all'angolo

Crocetta alla riscossa. Annuncia un piano di riforme fino al 2017. Pd all’angolo: troppa paura di andare al voto per sfiduciare il governatore, che sembra aver superato il momento buio delle polemiche dopo l’intercettazione misteriosa de L’Espresso.  “Adesso che la verità è venuta fuori, basta con i gossip, i siciliani non ne possono più, parliamo delle cose concrete da fare, partendo dalle cose fatte, dalle difficoltà che abbiamo e dalle cose necessarie per dare slancio all’economia siciliana e aiutare i poveri. Continuare a discutere di nulla, sarebbe il peggiore delitto nei confronti del popolo siciliano”. Lo dice Rosario Crocetta. Ormai sicuro di sè e del sostegno del suo partito, il Pd, di cui è prova anche il riconoscimento del governo nazionale alla regione di un credito ‘salva-conti’ di mezzo miliardo di euro, Rosario Crocetta annuncia che nei prossimi giorni, “dopo averne parlato con le forze di coalizione”, illustrerà i punti di un “manifesto democratico e riformista”. Un complesso piano finanziario e di riforme per arrivare alla conclusione naturale della legislatura, nel 2017. A fine luglio l’assemblea del Pd siciliano dirà la sua, ma il clima oggi sembra davvero cambiato in un senso più favorevole al governatore.

Si tratta, spiega il governatore, di un piano di “azioni concrete” basate sostanzialmente su tre elementi: le riforme da fare in Sicilia, inclusa la programmazione europea; il rapporto con lo Stato e l’Europa; la necessità del riconoscimento degli articoli 36 e 37 dello Statuto, in materia di entrate fiscali, “che dal 1946 in poi lo Stato non ha mai riconosciuto e che potrebbe far divenire l’Isola una delle regioni più ricche d’Europa”. Un programma a lunga gittata, quindi. Conclude Crocetta: “Chi vuole deviare il dibattito su pettegolezzi inesistenti, non mi avrà sodale compagno. Voglio parlare solo della Sicilia e dei problemi del popolo siciliano, perchè è venuto il momento di agire e non delle inutili chiacchiere”.

Rosario Crocetta ha anche replicato alle dure dichiarazioni di Matteo Renzi duro con Crocetta e Marino (“Se non sono in grado di governare, vadano a casa” aveva detto) Il governatore siciliano ha detto di non considerare “nemico” il governo Renzi e spera che presto ci sia un incontro che abbia come unico argomento all’ordine del giorno risolvere i problemi della Sicilia. Il Presidente della Regione Sicilia ha anche dichiarato che richiederà a breve l’incontro a Matteo Renzi anche perché il premier e gli ambienti romani non sanno i problemi urgenti dell’isola.

Parole distensive nei confronti di Crocetta vengono anche dal ministro Graziano Delrio, che è stato sull’isola per fare il punto sul viadotto crollato sulla A19. “Sulla questione delle intercettazioni e sulla vicenda che ha coinvolto il presidente della regione Sicilia Crocetta non mi esprimo”, ha detto Delrio, che ha aggiunto: “mi sono fatto l’idea però, di una Regione che ha società civile intelligente e amministratori capaci di cambiare la storia che, invece, è sempre stata raccontata in maniera negativa. Crocetta è il presidente della Regione eletto dai siciliani, che ha la responsabilità di cambiare la storia”.”Ci sono le risorse per cambiare questo racconto – ha continuato Delrio – e il Governo accanto alla Regione e agli Enti locali farà in modo che questo avvenga velocemente. Crocetta una risorsa? È il presidente votato dai siciliani, quindi, in questo momento è colui che ha la responsabilità di cambiare questo corso. Poi quello che succederà e come, non dipende dallo Stato”.

Sulle vicende della sanità siciliana torna Emaunele Lauria, su La Repubblica:

La lista dei manager, il posto da trovare all’indagato Sampieri, la banca dei tessuti, il procedimento disciplinare su Tutino “dimenticato”, fino al caso della dirigente scomoda ai dioscuri di Villa Sofia, che Crocetta dice di voler “sbagnarla in un altro posto”. Sono i cinque punti dolenti per Crocetta che emergono dalle carte dell’inchiesta dalla Procura di Palermo. Al di là dell’intercettazione, smentita dai magistrati, sulla ormai celebre frase di Tutino (“Lucia Borsellino deve saltare come suo padre”) il giallo dell’estate palermitana lascia almeno cinque quesiti politici a carico del presidente della Regione. Tutti riguardanti i presunti condizionamenti subiti dai suoi amici più stretti nella Sanità.

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