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Crocetta apre ai regionali, Baccei gli chiude il telefono in faccia. Sciopero confermato

Last updated on 7 marzo 2021

Continua lo  scontro frontale tra governo Crocetta  e sindacati, che confermano lo sciopero dei dipendenti della Regione, il 20 marzo  contro le norme della manovra finanziaria su permessi sindacali, mobilità, prepensionamenti, riduzione del salario accessorio e equiparazione del trattamento pensionistico a quello degli statali. Crocetta aveva tentato una mediazione aprendo alla richiesta dei sindacati di stralciare le norme sui regionali per affrontarle in un testo organico da concertare. Ma a bloccare il tentativo è stato l’assessore all’Economia Alessandro Baccei.  Michele Palazzotto (Fp-Cgil) ha infatti dichiarato che Crocetta avrebbe “chiamato al telefono davanti alla delegazione sindacale e Baccei ha risposto con un secco non se ne parla proprio” per poi aggiungere “una situazione pirandelliana, fanno il gioco del buono e del cattivo: così non va“. Crocetta avrebbe poi invitato le sigle sindacali a non scioperare: “Riprendiamo il confronto, lo sciopero non ha senso, è una finanziaria di sviluppo, non capisco la protesta” ha affermato il governatore, ma proprio durante l’incontro con i sindacati, si è avuta la conferma dello sciopero.

“Io sono apertissimo a parlare con i sindacati dei regionali, ma non posso stravolgere la finanziaria. Non posso andare contro il principio di allineamento con le norme nazionali”. Lo ha detto all’Adnkronos l’assessore al Bilancio della Sicilia, Alessandro Baccei replicando ai sindacati dei regionali.  “Io sono sempre stato disponibile a parlare con loro – dice Baccei – ma non posso andare contro i principi base della finanziaria”.

A libro paga della Regione Siciliana ci sono ventimila dipendenti per un costo che, nel 2013, ha sfiorato i 900 milioni di euro. Nel dettaglio, sempre riferito a due anni fa (l’assessorato alla Funzione pubblica deve ancora rendere noti i dati 2014) si rileva che il personale contrattualizzato, assunto in via definitiva e a tempo determinato, ammontava a 17.531 dipendenti. A questi occorre aggiungere, come si può rilevare dalla relazione annuale della Corte dei conti, le 2.565 unità che l’amministrazione indicava come personale “ad altro titolo utilizzato” (Resais, Forestali, Italkali, ecc.).

Tutte le sigle sindacali, sembrano essere unite nello sciopero.  “C’è la rottura di tutti i sindacati confederali e autonomi con il governo regionale sul tema del pubblico impiego” hanno affermato Cobas-Codir, Sadirs, Siad, Fp-Cgil, Cisl-Fp, Uil-Fpl, Ugl e Dirsi.

Dal sindacalista, segretario generale Ugl, Giuseppe Monaco, l’attacco alla manovra di Renzi e Baccei e alla figura “inesistente” di Crocetta “se i tagli lineari… servissero ad arginare i mali della Sicilia, o se i tagli ai permessi sindacali risolvessero o solo affrontassero i problemi di sviluppo dell’isola… i dipendenti della Regione siciliana forse accetterebbero con maggiore disponibilità i tagli alla carne viva che un inesistente Crocetta vorrebbe imporre ai propri dipendenti” e la enunciazione della necessità di “una vera riorganizzazione della Regione Siciliana e del suo personale, possibilmente condivisa con le parti sociali, in una visione organica dei problemi”.

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