Nonostante il segretario regionale del Pd Fausto Raciti tenti di minimizzare, il tesseramento dei dem in Sicilia ormai assomiglia ad una specie di maionese impazzita. Davvero i seguaci di Totò Cuffaro si sono tesserati in massa? E perché? Mentre in molti invocano la caccia al cuffariano (ma come lo riconosci? Ha la pettorina? E’ incline a baciare come Totò? E’ paffutello come fu lui prima del carcere? Non resiste davanti ad un cannolo?) nessuno si accorge che la mutazione genetica del Pd è in atto da tempo, come abbiamo scritto e riscritto, e quelli che si sono tesserati in massa non sono i cuffariani – che ci sono e ci sono sempre stati – ma tutti coloro che girano intorno al mondo di Articolo 4 e dei potenti deputati locali.
Ieri si sono riuniti i garanti nella sede del Pd siciliano, si è deciso di congelare il tesseramento. “Ma nessun invio di garanti nazionali”, assicura il responsabile organizzativo Antonio Rubino, stoppando malumori interni rispetto a presunte ingerenze. Il compito dei presidenti delle commissioni provinciali di garanzia e di quella regionale “sarà darsi dei criteri per la verifica del tesseramento, in costante collegamento con Roma”. In base alle intenzioni dichiarate dal segretario Fausto Raciti, si tratterà di controllare “tessera per tessera” per scongiurare il rischio di scalate attraverso pacchetti sospetti, soprattutto in alcune aree dove si è registrato un forte incremento di iscritti, come Agrigento, provincia di Totò Cuffaro, e Catania.
“Non siamo scalabili e non siamo certo il partito dei compari – ha ribadito Raciti – ai garanti chiedo di verificare la trasparenza nei tesseramenti. Non è possibile considerare il Pd come un contenitore nel quale inserire chiunque”. “Quando Cuffaro fa un’intervista per quanto provocatoria, provando a dire che in fondo siamo la stessa cosa, io credo che sia doveroso dire che c’è un errore”, ha aggiunto il segretario – perché l’idea che passa, con la scusa del Partito della Nazione e su questo sono d’accordo con Renzi, è un fantasma che non c’è, ma che molti vedono come pretesto approfittando del fatto che siamo un partito di governo a tutti i livelli, per cercarsi uno spazietto senza farsi nessuno scrupolo né alcuna domanda sulla differenza che c’è tra il nostro modello e le nostre idee e le nostre battaglie e il modello, le idee e le battaglie che ha sostenuto Totò Cuffaro”.
Tra le new entry nel partito c’è il deputato Luca Sammartino che è stato a un passo dal diventare capogruppo all’Ars: “E’ opportuno un intervento a livello nazionale che garantisca il rispetto delle regole come peraltro avevano gia’ richiesto a garanzia delle centinaia di simpatizzanti che non sono stati messi nelle condizioni di iscriversi”. L’ex capogruppo dei centristi di Articolo 4, che ha portato nel partito cinque deputati regionali, sostiene di avere chiesto a Catania che il tesseramento “si svolgesse secondo le regole. Ma i ‘signori delle tessere’ hanno avuto paura di una simile operazione trasparenza e hanno scelto una campagna vecchia maniera, quasi ‘carbonara’. Il tesseramento e’ gestito, ancora oggi, dalle stesse persone che lo gestivano dieci anni fa”.
Gli risponde a stretto giro Enzo Napoli, segretario provinciale del Pd Catania: “Sono letteralmente esterrefatto dalla dichiarazioni dell’on. Luca Sammartino, probabilmente la scarsa dimestichezza con il PD lo ha indotto in confusione”. “Per evitare ogni possibile strumentalizzazione – aggiunge – intendo chiarire subito che le tessere sono state distribuite esclusivamente ai segretari di ciascun circolo: questi hanno provveduto a fissare, in ogni realtà locale, le date e gli orari in cui sarebbe stato possibile il rinnovo della tessera ed effettuare le nuove iscrizioni, garantendo il massimo dell’apertura e del pluralismo. Nei pochi casi in cui abbiamo avuto sentore di un consistente aumento delle richieste di iscrizioni, come Bronte e Paternò, abbiamo provveduto ad inviare alcuni membri della segreteria provinciale proprio per garantire che fosse garantita a tutti coloro che ne avessero fatto richiesta, la possibilità di iscriversi al Partito ed il massimo della trasparenza nelle procedure di adesione”.
Sceglie invece toni più sarcastici, il leader dei renziani di Sicilia Davide Faraone. Ai garanti che dovranno passare al setaccio le tessere del Pd siciliana, augura con una battuta «buon divertimento». Salvo poi precisare: «Non mi occupo di formalismi che ci fanno perdere tempo ma di far crescere il Pd, che è una cosa diversa e non ha nulla a che fare con Cuffaro. È una polemica strumentale».Intanto, il presidente del Pd Matteo Orfini sabato prossimo sarà Catania per un’iniziativa organizzata dai Giovani Turchi, anche per discutere del «caso Sicilia».
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