E’ la Sicilia delle spaccature. Confindustria in Sicilia è al centro di una crisi mai vista, con Marco Venturi che ha parole di fuoco contro Antonello Montante, e Cicero che si dimette dall’Irsap. Il Nuovo Centro Destra, invece, raggiunge l’accordo con il Pd per entrare nella maggioranza, ma deve fare i conti con i ribelli interni. In mezzo, c’è sempre Rosario Crocetta, e la sua rivoluzione che, al momento, sta creando più scompiglio tra i sostenitori del governatore vittime del fuoco amico incrociato che effettivi cambiamenti nell’isola.
Ieri, come abbiamo raccontato, Alfonso Cicero ha rifiutato la nomina a commissario dell’Irsap Sicilia. E nell’occasione Venturi è tornato all’attacco di Montante, con una nota:
Solidarietà massima ad Alfonso Cicero – con il quale ho condiviso giorno dopo giorno l’azione di bonifica e di contrasto ai sistemi mafiosi-affaristici nelle aree industriali – per avere avuto il coraggio di dimettersi da presidente, rinunciando anche a ricoprire l’incarico di commissario dell’IRSAP”.
“Comprendo e condivido pienamente questa scelta. Non si può stare tranquilli.
Sono tanti, troppi, i fatti e gli aspetti inquietanti a danno di Cicero e dell’operativa azione che aveva portato avanti contro “cosa nostra” e gli ingenti interessi maturati nelle aree industriali. Cicero aveva sottoposto alla magistratura ogni verifica della sua azione di denuncia; revocato lotti e opifici industriali, appalti e servizi ad imprese condizionate da pericolosissime famiglie mafiose della Sicilia. Un’azione, quella di Cicero, di cui Crocetta aveva piena consapevolezza. E’ pertanto gravissimo il silenzio che in questi anni Crocetta ha dedicato a Cicero. Altrettanto preoccupanti sono le trame e gli inganni che hanno accompagnato, anche, questa brutta storia. Silenzi e trame intollerabili. Crocetta ha ben dimostrato da chi si fa indicare percorsi e scelte, il tutto condito da ipocrisie e sotterfugi.
Nonostante le plateali doppiezze e messe in “scena” infatti è sempre Antonello Montante – in compagnia di qualche altro noto “potente” della politica e della burocrazia – che ha continuato e continua ad essere il più vicino e sentito suggeritore di Crocetta. Anche la “farsa” delle dimissioni di Linda Vancheri da assessore regionale è fin troppo chiara. Un tentativo, mal celato, di fare sapere a tutti di non influire più nelle scelte del governo regionale. Non è così.
Tra le diverse opacità, Crocetta – che da anni non si faceva sentire – dica pubblicamente cosa mi è venuto a chiedere alcuni mesi fa a Caltanissetta in compagnia di un noto “personaggio”. Una richiesta assurda che avrei dovuto adottare insieme a Cicero. Ovviamente non abbiamo accettato!
Oggi leggo sulla stampa una “mezza” risposta di Ivan Lo Bello alle mie dichiarazioni pubblicate su Repubblica. Lo Bello, derubricherebbe tutto ad una questione tutta nissena, pur consapevole che non è affatto così.
Anche il maldestro tentativo di fare passare qualche “messaggio” relativo ad uno scontro dentro la Confindustria è solo il frutto dell’ennesima “tragedia” attuata da chi ritiene che l’inganno deve potere continuare con il consenso di altri!”.
Sempre più spaccato è il Nuovo Centro Destra all’indomani del patto, siglato all’Hotel delle Palme di Palermo, che ha sancito l’ingresso, nella maggioranza che sostiene Crocetta, del partito di Alfano. Se l’ex presidente del Senato Schifani preferisce non parlare, dice ad alta voce di no l’eurodeputato Giovanni La Via: “Non possiamo essere complici dei disastri di Crocetta. Non possiamo entrare in maggioranza e sporcarci le mani. Chiedo ai miei colleghi di votare contro questo accordo”. Tensione anche nel Pd.”Almeno si abbia la coerenza di togliere dalle sedi le fotografie di Enrico Berlinguer e Pio La Torre”. Lo dice Ninni Terminelli, componente della direzione regionale del Pd e presidente dell’associazione sinistra delle idee commentando quella che definisce ”l’innaturale alleanza Pd-Udc-Ncd voluta dai capicorrente del partito per rimanere abbarbicati a posizione di potere e governo in Sicilia che rappresenta l’ufficiale lancio del partito della nazione”.
Comments are closed.