“Bisogna cancellare all’Ars lo squallore del voto segreto. Nel Parlamento siciliano è diventato solo uno strumento per impallinare, a proprio piacimento, ogni iniziativa legislativa”.Così il presidente della Commissione parlamentare per le questioni regionali, Gianpiero D’Alia, che ha partecipato ad Acireale al convegno ‘L’Italia è cambiata: nuovi strumenti per governare’, organizzato da Hub Sicilia e associazione #Labuonadirezione, in collaborazione con la Fondazione Luigi Sturzo di Caltagirone e la Società geografica italiana. All’incontro hanno partecipato anche i parlamentari nazionali del Pd Giovanni Burtone e Fausto Raciti, segretario regionale dei Dem. I lavori sono stati introdotti da Santo Primavera e Sebi Leonardi di Hub Sicilia.
L’ex ministro ha poi rilanciato su due temi fondamentali: la riforma costituzionale, in relazione alla sopravvivenza delle regioni a statuto speciale e quella delle province. “La Commissione prima dell’estate completerà l’indagine conoscitiva sugli statuti speciali – spiega – e a settembre presenteremo la relazione. Emerge ancora forte l’importanza delle autonomie anche per ragioni sociali o geopolitiche del territorio. Non sono nate per caso. Però bisogna cambiare la rotta e lasciarci alle spalle quell’agire basato sull’autonomia di spesa e non sull’autonomia di responsabilità”.
Secondo D’Alia “le condizioni che hanno portato all’emanazione dello Statuto siciliano del ’46 sono ancora valide anche per la posizione strategica della Sicilia, ma lo statuto va riattualizzato e in tal senso ha fatto bene il presidente dell’Ars, Giovanni Ardizzone, a pensare all’istituzione di una commissione che si occuperà proprio di questo. Se gli statuti speciali non si riattualizzano – avverte il presidente – non sopravviveranno, compreso quello siciliano, anche alla luce della recente sentenza della Corte costituzionale che permette allo Stato di imporre unilateralmente le quote di compartecipazione al patto europeo di stabilità a tutte le Regioni, comprese quelle a statuto speciale”.
Infine D’Alia ha ricordato l’importanza di approvare la legge sulla riforma delle province entro il 31 luglio: “Si deve garantire il futuro lavorativo di oltre 4 mila dipendenti”.
DELRIO. Il Ministro dei Lavori Pubblici Graziano Delrio è stato, come abbiamo raccontato, in Sicilia per fare il punto sui lavori al viadotto Himera. Ha rilasciato anche un’intervista al quotidiano La Sicilia oggi in edicola dove parla anche del governo regionale. Eccone un estratto:
«Nessuno manda via nessuno. Però bisogna governare, bisogna avere le condizioni per governare. E se non ci sono bisogna ricrearle, ricostituirle ogni giorno. Questo è il punto. Vale per tutti noi. Compreso Crocetta. Non so nemmeno perché lui ci attacchi e litighi con noi. Noi siamo stati molto vicini al governo regionale siciliano. E ci assumiamo la nostra responsabilità fino in fondo. Io però la verità ai siciliani la dico: sul viadotto Himera vedo le carte e mando alla Procura un dossier in cui si vede che le responsabilità risalgono a 35 anni fa. Se noi adesso abbiamo il viadotto crollato è perché qualcuno non ha fatto il suo mestiere. E se vogliamo impedire che questo riaccada dobbiamo prendere quelli che hanno la responsabilità e dire: adesso tu vai via. La stessa cosa vale per Crocetta. Si assuma le sue responsabilità, come faccio io. Sempre. E governi». L’atteggiamento del Renzi segretario del Pd sembra del tipo: delle cose di Sicilia non mi occupo. Forse perché la nostra politica, e il Pd, sono talmente pirandelliani che a Roma non ci si capisce nulla? «Il Pd ha uno statuto federale e la segreteria siciliana ha ampi poteri. Io do un buon giudizio del lavoro del segretario Raciti. Il governo regionale non è oggetto di analisi della segreteria nazionale. In Sicilia si bisogna interloquire con tutte le forze che sostengono il governo Crocetta e capire quali problemi non sono stati risolti». Niente rottamazione del governo regionale? Il Pd non staccherà la spina a Crocetta? «Siamo rispettosi di chi è al governo delle regioni e delle città. Non spetta a noi decidere se e quando staccare la spina. Spetta ad altri, alla responsabilità dei dirigenti locali. E ai cittadini, in ultima istanza». Insomma: Rosario stai sereno? «Non ci casco».