Denise Pipitone, rivelazioni: quel testimone sordomuto mai “ascoltato”

Denise Pipitone

 Continua a tenere banco con nuove rivelazioni e appelli il caso di Denise Pipitone.

La trasmissione di Rai2, Ore 14, non spegne i riflettori sul caso di Denise Pipitone accogliendo l’appello di mamma Piera Maggio. Il programma ha trasmesso un’intervista realizzata all’allora procuratore capo di Marsala, Alberto Di Pisa, che ha raccontato dei particolari importanti sul caso della sparizione di Denise Pipitone. Chi l’ha portata via dalla sua famiglia? “Jessica, perché coincidono gli orari”, ha replicato. “Nello stesso orario la madre si allontana dal posto di lavoro, quindi c’è tutta una coincidenza in quel periodo”, ha aggiunto. La Pulizzi è poi stata assolta anche in Cassazione. “Io resto convinto malgrado l’assoluzione che il fatto sia maturato nell’ambito familiare e nasce da un vero e proprio odio che Jessica Pulizzi nutriva nei confronti di Piera Maggio e della bambina perchè il padre era andato a convivere con la Maggio lasciando la madre Anna Corona”, ha proseguito. L’ex procuratore non avrebbe alcun dubbio sul coinvolgimento delle due donne: “Non vedo altre causali”, dice.

In collegamento telefonico con la trasmissione Ore 14 anche la madre di Denise Pipitone, Piera Maggio, reduce da un piccolo intervento, che ha ringraziato per l’attenzione riservata al caso. “Tutto quello che c’era da fare l’abbiamo fatto con le nostre forze”, ha spiegato la donna, “è un lavoraccio perchè Denise non si è cercata”. Tra la ricerca iniziale e quella nel tempo secondo la signora Maggio, c’è una grande differenza. “Sono un po’ basita da quello che ho ascoltato”, ha commentato Piera Maggio rispetto alle parole dell’ex procuratore di Marsala, perchè “rispetto a quello che ho visto e che ho potuto sentire ai tempi in cui faceva parte come magistrato principale la sua opinione era tutt’altra”. La donna ha ricordato che quando Di Pisa divenne procuratore, nel loro primo incontro “rimasi sconcertata perchè avevo davanti un procuratore che non credeva che potesse essere Jessica Pulizzi la colpevole, mi era quasi sembrato di avere di fronte l’avvocato della Pulizzi e non il procuratore capo della Repubblica”. Maggio ha ammesso di non aver avuto alcun sostegno neppure morale da parte dell’ex procuratore capo. “Mi trovo disorientata”, ha aggiunto la donna rispetto alle parole di Di Pisa. L’avvocato Giacomo Frazzitta ha spiegato come inizialmente lo Stato fu vicino a Piera Maggio ma dopo il cambio dei magistrati la sensazione è stata di abbandono totale.

EX PROCURATORE SUL TESTIMONE SORDOMUTO
L’intervista all’ex procuratore Di Pisa prosegue arrivando al test chiave, Battista Della Chiave, l’uomo sordomuto mai creduto. “L’abbiamo sentito con l’interprete dei sordomuti ma cadde in una serie di contraddizioni e non lo ritenemmo più attendibile”, ha spiegato l’ex procuratore capo. Di Pisa ha svelato che fu piazzata una microspia in un condizionatore nella stanza in cui si trovava il teste ma fu scoperta dopo un giorno e l’indagine si chiuse lì. Roberta Bruzzone è intervenuta su questo aspetto commentando: “Credo che se qualcuno non ha indicato precisamente in luogo in cui si trovava la microspia, difficilmente poteva essere trovata”. Questo andrebbe a richiamare, a suo dire, quanto detto dalla dottoressa Angioni. “Che ci sia stata una condotta inquietante da parte di alcuni soggetti è chiaro che ci sia qualcosa che non quadra”, ha aggiunto. L’avvocato Frazzitta ha invece avanzato un’altra ipotesi: “Oppure quelle microspie vennero messe alla presenza di qualcuno che doveva essere in quel momento interrogato nel letto e vide queste cose…”. In questo l’avvocato ha parlato di “negligenza”. Piera Maggio in merito è intervenuta asserendo: “Le microspie che avevo in casa io le ho scoperte dopo 10 anni, perchè non avevo alcun problema”. La donna ha spiegato che le fu montata la videosorveglianza anche ambientale, mentre Anna Corona “non le fu mai montato nulla”.


INDAGINI SONO STATE RIAPERTE?

Le indagini sulla scomparsa di Denise Pipitone potrebbero addirittura essere state già riaperte, come spiegato dall’avvocato Frazzitta. Piera Maggio è tornata sulle microspie trovate nella sua casa solo dopo 10 anni ed ha aggiunto: “Purtroppo non ci siamo scelti nè la procura nè il comune di appartenenza dove nasce una tragedia. La sfortuna principale, oltre io a perdere una figlia in questo modo crudele, è stata avere una provincia dove non c’erano persone preparate”. La donna ha sottolineato tutte le lacune e ciò che non è andato nel lavoro dei magistrati. Le dichiarazioni dell’ex procuratore Di Pisa sono state definite “gravissime” anche da Monica Leofreddi. “Sicuramente non ha fatto abbastanza”, ha aggiunto. Rispetto a tutto ciò che è stato detto in questi giorni, Piera Maggio ha spiegato cosa le hanno lasciato: “Una amarezza in bocca. Intanto grazie a quello che si è aperto con il caso Olesya si è aperta una voragine, nulla che già non sapevamo”, ha aggiunto. E si augura che altri magistrati che hanno lavorato al caso possano parlare in futuro. (articolo tratto da Tp24.it)