Last updated on 6 marzo 2021
La Finanziaria approvata per il rotto della cuffia all’Ars nella notte tra giovedì e venerdì premia la linea di Alessandro Baccei. L’assessore all’Economia, uomo inviato da Delrio a Palermo per rimettere in sesto i conti della Regione, ha incassato il via libera dell’Assemblea siciliana alle norme più importanti, quelle concordate proprio con Roma, contenute nella manovra finanziaria che vale 300 milioni di euro. A cominciare dai tagli al pubblico impiego, con l’armonizzazione del trattamento dei 16 mila dipendenti della Regione a quello degli statali, la riduzione di permessi parentali, sindacali e ferie, mobilità interna, ridefinizione al ribasso delle piante organiche per dirigenti e funzionari.
E poi c’è la riforma delle pensioni con l’avvio dei prepensionamenti che già nel 2016, secondo le stime del dipartimento Economia, potrebbe portare a 1.007 pensionamenti anticipati, mantenendo la finestra fino al 2020 e introducendo un taglio fino al 15% degli assegni di quiescenza. È stato Baccei a condurre, prima in commissione Bilancio e poi in aula, i rapporti con i parlamentari.
Baccei è riuscito a convincere l’Assemblea sulla tenuta della sua manovra, incassando tutto quello che poteva incassare come l’utilizzo dei fondi Fsc per coprire parte del concorso all’equilibrio di finanza pubblica (673 mln) o l’iscrizione in bilancio di 450 milioni nonostante la Regione non abbia ancora chiuso gli accordi formali con il Tesoro e la Cassa depositi e prestiti. E ha spento sul nascere le fibrillazioni di un gruppo di deputati sullo stralcio di norme di spesa su autolinee, Ipab, reddito minimo e aeroporti minori impegnandosi a varare una manovrina bis, entro luglio, dando copertura.
Tra le altre norme, aumentano gli stipendi degli amministratori unici delle società partecipate ritenute strategiche, che passano da 50 a 140 mila euro, anche se la stessa norma taglia i Consigli di amministrazione.
Tra le altre cose da notare le agevolazioni per le associazioni di promozione sociale, le onlus, una norma attesa dal 2000, e alcune norme sui Beni culturali che prevedono convenzioni obbligatorie tra Comuni e musei e l’estensione del pos obbligatorio (bancomat e carta di credito) ai siti più rappresentativi. Previsto anche lo scioglimento degli enti regionali vigilati. La procedura di individuazione degli organismi da sciogliere durerà sei mesi. Intanto vengono posti in liquidazione l’Ente porto di Messina e l’Arsea.
Via libera alla norma che prevede in pochi anni l’autosufficienza dei Consorzi di bonifica, ai quali ogni anno la Regione destina milioni di euro. Tagliati, dunque, i trasferimenti del fondo regionale. Nel giro di tre anni, i Consorzi dovranno essere in condizione di autofinanziarsi con il ricavato proveniente dalla vendita dell’acqua.
La norma sui Consorzi di bonifica, promossa dall’ assessorato all’Agricoltura, guidato da Nino Caleca, ha l’obiettivo di risparmiare circa 50 milioni l’anno. Soldi che ogni anno la Regione destina ai Consorzi: in base alla norma, i Consorzi dovranno autofinanziarsi con i proventi della vendita dell’acqua. I direttori diventano manager. Non ci sarà per ora la soppressione e la fusione dell’Istituto per l’incremento ippico di Catania con l’Esa: enti salvati con un emendamento da Forza Italia e dal centrodestra. Approvata, però, un’altra misura che prevede la riorganizzazione degli enti collegati all’Agricoltura (tra cui Esa e Istituto zootecnico) che l’assessorato dovrà realizzare entro 90 giorni dall’approvazione della legge.
Prevista l’istituzione della Centrale unica degli acquisti: nell’ambito dell’assessorato all’Economia, al fine di ridurre la spesa pubblica, per gli acquisti di beni e servizi è istituito l’ufficio come «unico soggetto aggregatore per la centralizzazione degli acquisti di beni e servizi». Via libera all’accorpamento dell’Iridas, l’istituto per sordi in via di liquidazione, all’Istituto dei ciechi «Florio e Salamone»: previsto, quindi, il trasferimento del personale che vanta mesi di stipendi arretrati. Si anche all’Organismo indipendente di valutazione, che costerà 90 mila euro l’anno e ha la funzione di valutare gli obiettivi raggiunti dai dirigenti regionali per il calcolo dell’ indennità di risultato.
Rafforzato il ruolo di Sviluppo Italia Sicilia, i cui 76 dipendenti sono da mesi senza stipendio: la partecipata viene riconosciuta come società partecipata in house, cui i dipartimenti regionali dovranno rivolgersi per l’affìdamento delle attività in tema di creazione di impresa e di assistenza tecnica. Via libera, poi, a un fondo per l’eliminazione dei residui aitivi pari a 90 milioni di euro per il 2015 e l’incremento di 100 mila euro l’anno per il 2016 e il 2017.
Approvata la norma che permette di attivare un nuovo mutuo da 150 milioni per i Comuni: soldi che formalmente sarebbero destinati a investimenti ma che nella realtà vengono utilizzali anche per pagare le rate di mutui precedenti.
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