È stato assegnato a Diego Planeta il XIII Premio del Forum delle Associazioni, che ogni anno va a personalità della cultura “che abbiano partecipato alla vita sociale, artistica, economica, scientifica nell’ambito della Regione siciliana e che abbiano operato con manifesti vantaggi per la collettività”.
“Per il 2017 la Giuria ha scelto di consegnare questo premio con una motivazione precisa”, ha detto Riccardo Agnello nell’aprire la cerimonia di consegna del Premio, lo scorso sabato 3 febbraio a Palermo, nello storico Istituto di Storia Patria: “Perché con passione e competenza ha saputo trasformare il mondo dell’agricoltura, inventando la cultura del vino siciliano, esportare nel mondo l’immagine di una terra con una grande storia, concepire una sana e virtuosa impresa volta al futuro”.
Per l’occasione, il Forum ha voluto invitare a intervenire il professor Giuseppe Barbera per parlare di un tema particolarmente caro a Diego Planeta: il rapporto tra “coltura e cultura”: “Considero Diego un agricoltore – ha detto – prima ancora che un imprenditore. E lo dico perché, come lui ha dimostrato di sapere bene, un agricoltore che fa lo straordinario lavoro di coltivare la terra, non può più considerarla una questione legata alla quantità ma sempre alla qualità”.
A Gioacchino Lanza Tomasi, presidente del coordinamento del Forum, è toccato il compito di ripercorrere “la singolare vita di Diego Planeta: un uomo etico ed eccezionale che non si trova comunemente”, raccontandone il percorso di vita e quello professionale e sottolineando come “le sue intuizioni abbiano cambiato il mondo della viticoltura in Sicilia”.
“È un sognatore che ha dipinto un paesaggio, facendone un capolavororo”, ha concluso Bernardo Tortorici, presidente dell’associazione “Amici dei Musei”.
Tutte cose, quelle messe in luce nel corso degli interventi come già dalla motivazione, che da sempre stanno a cuore a Diego Planeta, come lui stesso ha poi testimoniato nella sua lettera di ringraziamento, letta al termine della cerimonia dalla figlia Francesca, che insieme al fratello Giovanni ha ritirato il premio consegnato da Massimo Valsecchi, premiato del 2016.
“Avete colto – ha scritto nel suo messaggio – il senso di quell’idea attorno a cui, insieme a coloro che ci hanno creduto come me, ho lavorato in tutti questi anni: partire dalla terra e da lì generare valore per tutte le risorse, le persone e le comunità, la cultura e il paesaggio.
Se da una zolla brulla, coltivandola, saremo stati capaci di tirare fuori un quadro, uno scorcio di bellezza, di cura e di benessere, allora sapremo anche dialogare con consumatori attenti, consapevoli di acquistare un prodotto che viene da un pezzo di terra salvata, e con visitatori appassionati, curiosi di conoscere la Sicilia con sguardo autentico, mai da turisti ma piuttosto da ospiti, immediatamente pronti a sentirsi come a casa”.