La Sezione III quater del T.A.R. Lazio, con sentenza del 14 settembre 2021, ritenendo fondati i dubbi su diversi quesiti sollevati in sede giudiziale degli Avvocati Santi Delia e Michele Bonetti, aveva ordinato una verificazione su tali quiz dando mandato all’Istituto Superiore della Sanità di valutare il lavoro svolto dalla Commissione a suo tempo nominata per l’elaborazione degli stessi.
Nel corso dell’istruttoria, l’Istituto Superiore della Sanità ha dimostrato l’erroneità di ben 6 quesiti anche in ragione del mancato aggiornamento da parte della Commissione rispetto alle frattanto sopravvenute linee guida europee più aggiornate rispetto al passato, dimenticando che la platea dei partecipanti risulti inevitabilmente munita di un bagaglio di conoscenze, supportate da esperienze professionali consolidate, che non devono e non possono rappresentare un fattore di demerito, per evitare di giungere al paradosso secondo cui il soggetto più aggiornato finisce per essere penalizzato. L’esistenza non di uno o due quesiti accertati, ma ben 6, ha fatto si che la graduatoria è risultata virtualmente sconvolta.
Il TAR Lazio, preso di atto della portata così importante di tali errori e della loro incidenza sulla selezione, in sede di merito, ha definitivamente ordinato l’attribuzione dei punteggi derivanti dall’errata somministrazione delle domande ai soli ricorrenti confermando la loro ammissione già avvenuta in fase cautelare.
Il TAR aderendo ancora alla tesi di Bonetti & Delia Studio Legale, ha chiarito che “il pregiudizio conseguente alla erronea somministrazione dei quesiti, invero, ha comportato una significa alterazione della prova concorsuale (..) da ciò derivandone la conferma dell’ammissione, con riserva, dei predetti ricorrenti, al corso per cui è causa”.
Il caso del concorso dei medici di famiglia sembra ricordare quello, in questi giorni balzato alle cronache nazionali, per l’accesso al corso di laurea in Medicina e Odontoiatria. Anche in quel caso i quesiti errati erano 6 ma, questa volta, il Ministero è intervenuto prima della modifica della graduatoria su 5 di essi.
È sempre più urgente imporre in concorsi a quiz una seria e rigorosa procedura di validazione, eseguita da un soggetto “terzo” che provveda a verificare, prima della somministrazione, se le domande di cui il test si compone siano effettivamente idonee ad individuare i soggetti “migliori” per l’ammissione al corso.
“Da legale che da un decennio segue queste procedure concorsuale a quiz”, conclude l’Avvocato Santi Delia, name founder di Bonetti & Delia Studio Legale, “mi sento di lanciare un monito alle Amministrazioni affinché le stesse intervengano una volta per tutte sulle modalità di somministrazione dei quesiti, pescati spesso da Società private – selezionate dalle stesse Amministrazioni – da banche dati in loro possesso (in qualche caso) ormai datate. Non ritengo concepibile, difatti, che il futuro di studio o lavorativo di un cittadino debba essere deciso da un quiz erroneamente formulato senza che nessuno si curi di capire neanche perché.”
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