Riccardo Ehrman, il giornalista dell’ANSA conosciuto come l’uomo che fece cadere il Muro di Berlino, è morto oggi a Madrid all’età di 92 anni. A comunicarlo all’ANSA è stata la moglie Margherita.
Ehrman ottenne notorietà internazionale per aver posto – come corrispondente dell’ANSA a Berlino est – la domanda cruciale sul Muro nella conferenza stampa tenuta la sera del 9 novembre 1989 da Guenter Schabowski, il portavoce del politburo del Pc tedesco-orientale, che fu in un certo senso indotto dal giornalista italiano a fare il grande annuncio.
Schabowski aveva parlato di provvedimenti a favore di una liberalizzazione nel regime dei viaggi per i cittadini della Ddr, che potevano liberamente recarsi in privato all’estero. Fu allora che Ehrman chiese ‘Ma da quando entrano in vigore tali nuove norme?’. Schabowski mise la mano nella tasca della giacca dove aveva dei fogli di carta, li guardò e poi rispose: ‘A quanto ne so io, subito, da ora’. Parole che ebbero un effetto bomba sui cittadini tedesco-orientali, molti dei quali avevano visto la conferenza stampa in diretta tv.
A migliaia i berlinesi dell’est cominciarono ad affluire ai punti di passaggio lungo il Muro per verificare se fosse vero quello che avevano sentito in televisione. Ehrman fu riconosciuto in serata alla stazione di Friedrichstrasse da molti di coloro che avevano seguito la tv e fu portato in trionfo. Regolarmente ogni anno, con l’avvicinarsi del 9 novembre, l’anniversario della caduta del Muro di Berlino, giornali, radio e televisioni tedesche, italiane e di altri Paesi cercavano Riccardo Ehrman per interviste e rievocazioni di quel giorno memorabile.
Dopo aver lavorato in Canada e a New York, Ehrman a metà degli anni Settanta fu inviato dall’ANSA come corrispondente a Berlino est; nel 1982 si trasferì all’ufficio di corrispondenza di New Delhi, per tornare a Berlino est nel 1985. Nel 1991 assunse la responsabilità dell’Ufficio ANSA di Madrid, dove restò fino al pensionamento.
Ehrman abitava con la moglie Margherita nel centro storico della capitale spagnola, che tanto amava. Di origine ebreo-polacca, era nato a Firenze il 4 novembre 1929. A 13 anni fu rinchiuso nel campo di internamento di Ferramonti di Tarsia, in provincia di Cosenza, dove fu liberato dagli inglesi nel settembre 1943. Lascia un figlio avuto dal primo matrimonio.
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