L’economia siciliana dovrebbe tornare a brillare (si fa per dire) nel 2016 o almeno avviare un percorso di ripresa dopo sette anni di crisi profonda che ha inciso sul tessuto economico nazionale e soprattutto regionale. Segnali di ottimismo per la Sicilia grazie a segnali di stabilizzazione del ciclo economico. L’anno che sta per arrivare dovrebbe essere quello di una, faticosa, svolta con ritmi più evidenti di una ripresa economica nella regione. Almeno secondo l’Analisi congiunturale del Servizio statistica della Regione siciliana. “Le più aggiornate informazioni – spiega il responsabile Giuseppe Nobile – indicano infatti un’uscita dalla fase recessiva per l’economia siciliana, grazie alla ripresa della domanda interna sostenuta in special modo dai consumi delle famiglie”, ma la possibile imminente inversione di tendenza, che riguarda anche la Sicilia, “deve fare i conti con i gravosi e perduranti effetti dalla fase recessiva che nel contesto regionale sono ancora particolarmente avvertiti”.
Nel corso dei sette anni trascorsi, in un clima economico nazionale marcatamente negativo, l’economia siciliana, afflitta dai suoi problemi strutturali, ha subito il peggior declino del dopoguerra. Il segnale più evidente è stato il deciso cedimento della domanda interna, sia dalla parte dei consumi delle famiglie, su cui hanno avuto pieno effetto la progressiva riduzione dei redditi disponibili e la flessione dell’occupazione, sia per quanto riguarda gli investimenti, che sono stati fortemente condizionati dalle pessime prospettive del mercato e dalle difficolta’ di accesso al credito.
Unica nota positiva è stata quella delle esportazioni. Il Pil dell’Isola, dopo aver registrato il primo e più intenso picco negativo del trend recessivo nel 2009 (-4,3%) ha mostrato ancora delle flessioni marcate nel 2012 (-2%) e nel 2013 (-2,1%). Aspettative di miglioramento del ciclo economico si sono manifestate nell’anno 2014, ma non hanno riguardato il Sud e in particolare la Sicilia, dato che la stima del Pil regionale ha registrato una ulteriore variazione negativa, seppur in attenuazione (-0,9%). In sette anni, si è determinata nell’Isola una perdita complessiva di oltre 13 punti percentuali di Pil, ben maggiore di quella osservata a livello nazionale (-9,2%). In uno scenario così critico, hanno infine iniziato a manifestarsi segnali congiunturali che prospettano un quadro di tendenze positive nel 2015: +0,4% la previsione sul Pil Sicilia a consuntivo d’anno; e si preannuncia una ripresa a partire dal 2016.
La spesa della famiglie ha registrato a livello regionale negli anni 2008-2014 un calo medio annuo del 2,1% (-14,5% la variazione cumulata), indotto dalla contrazione dell’occupazione (-1,6% l’anno), dalla riduzione del reddito disponibile e dalla contrazione del credito al consumo. Ancora peggiore risulta l’andamento degli investimenti che hanno subito, nel periodo considerato, una riduzione complessiva del 50,8%, corrispondente ad un calo in media d’anno del 7,3%. Con riferimento al periodo 2008-2014 si può ricavare una variazione media annua per l’agricoltura di -2% e di -1% per i servizi, mentre l’industria in senso stretto (-3,5%) e le costruzioni (-8%) hanno pesantemente risentito del clima negativo. Le previsioni per il 2015 sembrano indicare una progressiva attenuazione delle tendenze recessive nelle costruzioni, un’inversione di tendenza per l’agricoltura e una sostanziale stabilità per industria e servizi (0,1%). Complessivamente a chiusura d’anno si prevede una variazione nulla del valore aggiunto, mentre un maggior dinamismo caratterizzerebbe il 2016.
Nel 2014, l’economia siciliana ha registrato un calo di 13 mila occupati rispetto all’anno precedente (-1,0%) mentre per l’Italia in complesso si è avuto un aumento di 87 mila unità (+0,4%). Il tasso di disoccupazione è stato più elevato in confronto al 2013 (+1,2 punti) e quasi doppio di quello nazionale. Dal secondo trimestre 2015, si è registrata tuttavia una inversione di tendenza per la Sicilia. Nel terzo si è addirittura verificato un aumento degli occupati del 4,7%, accompagnato da una crescita del tasso di occupazione che riporta l’indicatore al 40,1 per cento, contro il 38,3% dello stesso periodo dell’anno precedente, e da un miglioramento sensibile anche del tasso di disoccupazione, che passa dal 21,2% al 19,8% nello stesso arco temporale. “Queste informazioni – conclude il rapporto – inducono a ritenere esaurita la fase recessiva e ad assimilare la Sicilia alle tendenze nazionali, con un rafforzamento graduale dell’economia”. Segnali di un “esaurimento del ciclo negativo” per l’economia siciliana che si riscontrano a vari livelli: nella manifattura, risultano in crescita gli indici della produzione, del fatturato e del clima di fiducia delle imprese, supportati anche dalla vivacità degli scambi commerciali con l’estero; dal lato delle famiglie, appare in aumento il volume delle vendite al dettaglio ed il clima di fiducia dei consumatori.