Edilizia abitativa: i soldi ci sono, ma pare che nessuno li voglia. È il paradossale caso del bando emanato dall’assessorato delle Infrastrutture e della Mobilità della Regione siciliana lo scorso 31 ottobre per l’accesso ai contributi per i “programmi integrati per il recupero e la riqualificazione delle città”. Un bando che prevede risorse per 17.211.986,67 euro di cui 8.561.070,09 euro assegnate alla Regione Sicilia con il decreto del ministero delle Infrastrutture e dei trasporti e 8.650.916,58 euro di provenienza regionale individuate nella delibera di Giunta n. 208 del 21/06/2012, in base alla legge regionale 1/2012. Quindi ci sono 17 milioni di euro eppure finora pochissimi comuni hanno mostrato interesse al bando. Tanto che la scadenza inizialmente prevista per il 16 marzo 2013 è stata prorogata di 45 giorni anche su suggerimento dei sindacati.
A porre la questione sono stati Cgil Sunia e Fillea Cgil Sicilia che in un comunicato hanno espresso «forte preoccupazione per il concreto rischio della mancata partecipazione di molti dei Comuni siciliani al bando». Per esempio, in provincia di Catania, finora si sono proposti solo solo tre comuni: Acireale, Belpasso e Paternò. Secondo Franco Tarantino segretario regionale di Fillea Cgil e Giusi Milazzo, segretario regionale del Sunia, «tutti i comuni, ma particolarmente i grandi e medi centri hanno un concreto interesse a predisporre progetti che, con il concorso di risorse pubbliche e private, prevedano interventi di edilizia abitativa e di riqualificazione dei centri urbani. Tuttavia il silenzio che circonda l’argomento rischia di rendere i finanziamenti una ulteriore occasione sprecata sia per la riqualificazione urbana che per dare una prima risposta all’emergenza abitativa. Centrale poi l’opportunità che potrebbe essere offerta al settore edilizio con una ripresa delle attività e del lavoro con interventi utili e di qualità, in una fase in cui la crisi occupazionale del settore ha raggiunto livelli rilevantissimi sia per la più generale crisi economica sia per la mancanza di politiche adeguate a riqualificare i tessuti urbani e il patrimonio edilizio abitativo e non».
Il mancato interesse verso il bando potrebbe essere spiegato anche col fatto che si tratta di una procedura che prevede un partenariato pubblico/privato che è nuova per la Sicilia e che rende tutto più complesso. I comuni, infatti, devono individuare le zone di costruzione di nuovi alloggi e dall’altro individuare i privati che dovrebbero concorrere alla realizzazione delle opere anche in project financing. I programmi integrati, infatti, sono attuati obbligatoriamente con il concorso di risorse pubbliche e private e devono comprendere interventi di edilizia abitativa e interventi di riqualificazione. L’obiettivo principale è quello di creare alloggi a canone sostenibile da immettere sul mercato e da locare alle categorie sociali “svantaggiate” (non si tratta quindi di alloggi popolari).
Bando per l’edilizia abitativa (allegato)