Edilizia scolastica Sicilia: il 60% degli edifici è inutilizzato. Da domani tutti i dati on line. Su 4.260 edifici scolastici in Sicilia 2.580 sono in corso di ristrutturazione, 17 sono stati chiusi a causa di calamità naturali. La Sicilia precede il Lazio – 1922 edifici scolastici non ativi su 4.345 – e la Sardegna, 1.615 su 1.941. I dati emergono dalla presentazione dell’anagrafe edilizia da parte del MIUR, il Ministero della Pubblica Istruzione. La Ministra Giannini in una conferenza stampa ha detto che dalle 17 di domani, lunedì 10 Agosto, chiunque può accedere al sito del Miur e conoscere ogni dettaglio, scuola per scuola. Uno strumento indispensabile per attivare il piano di interventi per il quale sono stati stanziati, in una prima fase, 340 milioni di euro.
Un censimento «atteso da quasi vent’anni – ha chiarito Giannini – visto che l’anagrafe era prevista dalla legge 23/1996. Credo sia un passo avanti enorme sul piano della conoscenza degli edifici scolastici, della consapevolezza e della programmazione di una serie di interventi».
Le scuole attive, secondo la fotografia scattata dal ministero, sono 33.825: su un totale di 42.292 edifici scolastici, sono dunque 8.450 gli edifici non attivi perché in ristrutturazione o dismessi o in costruzione. Dalla mappatura è emerso che il 55% dei 42.292 edifici è stato costruito prima del 1976: il 27%, in particolare, è stato realizzato tra il 1961 e il 1975, il 12% tra il 1946 e il 1960, l’8% tra il 1921 e il 1945 e il 4% tra i primi del secolo passato e il 1920. L’1% degli edifici è stato invece realizzato addirittura prima dell’800 e il 3% tra il 1800 e il 1899. Solo il 32%, secondo i dati dell’Anagrafe, dal 1976 in poi. Ma – ha rassicurato la ministra – «anche se per questo non era sottoposto alla normativa sul collaudo ogni anno gli enti locali provvedono alle opportune verifiche. E ciò vale soprattutto a partire da oggi che abbiamo una fotografia precisa. Questo non vuol dire che non possano accadere episodi che mi auguro siano memoria, ma abbiamo fatto passi avanti sulla programmazione».
Lo strumento di indagine del patrimonio scolastico italiano è previsto da una legge del 1996. Ma non è mai stato portato a termine, nonostante siano stati spesi oltre 10 milioni di euro. L’Anagrafe è uno strumento indispensabile per l’ammodernamento degli istituti italiani, cui il governo Renzi ha puntato l’attenzione sin dai primi giorni di legislatura. Un comparto sul quale il premier ha deciso di indirizzare 4 miliardi di risorse pubbliche per rendere più accoglienti e sicure le scuole da nord a sud.