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Efficenza della pubblica amministrazione, Sicilia agli ultimi posti

La Sicilia è al 185° posto su 206 territori europei, compresa la Turchia, come inefficienza della Pubblica amministrazione e divaria tra qualità e quantità dei servizi erogati.

E’ quanto rileva un’analisi dell’Ufficio studi della Cgia di Mestre su dati relativi a un’indagine condotta dall’Ue sulla qualità della Pa a livello territoriale. E va anche detto che l’inefficienza della Pubblica amministrazione costa al nostro Paese oltre 30 miliardi di euro all’anno e due punti di Pil. Al primo posto della classifica c’è la provincia finlandese di Åland, mentre all’ultimo posto c’è la turca Bati Anadolu. Ma ci sono sette regioni del nostro Sud che si collocano nelle ultime 30 posizioni: la Sardegna al 178° posto, la Basilicata al 182°, la Sicilia appunto al 185°, la Puglia al 188°, il Molise al 191°, la Calabria al 193° e la Campania addirittura al 202° posto. Nessuna amministrazione pubblica italiana figura tra le prime trenta e la migliore è la Provincia autonoma di Trento, si colloca al 36° posto della classifica generale. Nella classifica generale l’Italia si colloca al 17° posto su 23 paesi analizzati e sta davanti solo a Grecia, Croazia, Turchia e alcuni paesi dell’ex blocco sovietico che presentano un indice di qualità della Pa inferiore al nostro. Al comando i paesi del Nord Europa.

“Dagli inizi degli anni ’90 ad oggi sono state ben 18 le riforme che hanno interessato la nostra Pa – ha detto il coordinatore dell’Ufficio studi della CGIA Paolo Zabeo -. Sebbene le aspettative fossero molte, in tutti questi anni i risultati ottenuti sono stati deludenti. In molti settori la qualità dei servizi erogati ai cittadini e alle imprese è diminuita e nonostante l’avvento del web ci permetta di scaricare molti documenti dal computer di casa, le code agli sportelli, ad esempio, sono aumentate. L’Istat – ricorda Zabeo – denuncia che, rispetto al 2015, dopo 20 minuti di attesa presso gli uffici comunali dell’anagrafe, oggi la fila si è idealmente allungata di 11 persone e agli sportelli delle Asl addirittura di 18″.

Ma la Cgia ha però anche spiegato che l’Italia ha delle punte di eccellenza che non hanno eguali nel resto d’Europa: la sanità al Nord, le forze dell’ordine, molti centri di ricerca e istituti universitari italiani presentano delle performance che non temono confronti. “Tuttavia – dice il Segretario della CGIA Renato Mason – è necessario migliorare l’efficienza media dei servizi offerti dalle amministrazioni pubbliche, affinché siano sempre più centrali per il sostegno della crescita, perché migliorare i servizi vuol dire migliorare il prodotto delle prestazioni pubbliche e quindi l’impatto dell’attività amministrativa sullo sviluppo del Paese”.

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