Marsala, per una volta, al top. Nel giorno in cui esce la classifica sulla qualità della vita del Sole 24 Ore, che mette ancora una volta Trapani e il suo territorio agli ultimi posti, arriva una buona notizia da Marsala. Infatti, secondo il Ministero di Grazia e Giustizia, il Tribunale di Marsala è terzo in Italia per efficenza nella gestione delle cause civili. In pratica, a Marsala ci sono solo 267 cause con oltre tre anni di attesa in giudizio.
“E il dato aggiornato è ancora inferiore” dichiara Gioacchino Natoli, presidente del Tribunale di Marsala, che sottolinea come siano state superate anche realtà virtuose come Torino. I Tribunali in Italia sono 139. Marsala è terza per virtù procedurali, 26° per scopertura dei posti, cioè mancano il 28% dei magistrati che spetterebbero in organico. La scopertura media in Italia è il 18,8%. “Nonostante questo 28% di posti assenti, abbiamo conseguito un risultato eccezionale”. Cause più brevi, infatti, significano una giustizia più efficiente. “Stiamo facendo la nostra parte – aggiunge Natoli – e l’intero distretto di Palermo, che copre tutta la parte occidentale dell’isola, è il migliore distretto della Sicilia”.
Il tribunale più virtuoso d’Italia è quello di Aosta. Con un record di solo 114 giorni per un giudizio di primo grado si aggiudica la palma d’oro per velocità nelle cause civili. Solo in 76 Tribunali d’Italia (su un totale di 139) si rientra nella media di 365 giorni. Negli altri 63, invece, bisogna attendere i cosiddetti tempi biblici. Sopra i 1.000 giorni ci sono Barcellona Pozzo di Gotto (Messina), Foggia e Lamezia Terme (Catanzaro). Il tutto per una durata media complessiva di 403 giorni, non distante dall’obbiettivo che il Governo Renzi si è dato, con l’attuale riforma volta ad accelerare la definizione delle cause e smaltire il forte arretrato.
I parametri utilizzati per misurare il lavoro degli uffici sono gli stessi che vengono presi in considerazione dalla Banca Mondiale e dalla Commissione europea per l’Efficienza della Giustizia (Cepej) nelle loro statistiche. Tra i criteri di valutazione c’è la percentuale dei procedimenti ultra-triennali pendenti, la durata della giacenza media dei procedimenti, il tasso di scopertura dell’organico dei magistrati o del personale amministrativo, il rapporto tra giudici e abitanti e numero di cause.
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