Emergenza rifiuti in Sicilia, c’è l’ok per due inceneritori. E tra poco, come annunciato dal Mattino di Sicilia qualche giorno fa, la Sicilia verrà commissariata dal governo Renzi per cercare di uscire fuori dal disastro, dopo l’ ordinanza d’emergenza della giunta regionale, con i commissari nelle Ssr (gli ex Ato Rifiuti, da ridurre da 18 5) e la proroga delle discariche.
La conferenza delle Regioni ha espresso il proprio parere positivo sullo lo schema di decreto del presidente del consiglio dei ministri che prevede la creazione di otto nuovi impianti termovalorizzatori, dei quali due in Sicilia. Giunge dunque a compimento un percorso avviato da mesi, i cui riflessi si faranno sentire fin da subito. In teoria, la Regione siciliana potrebbe impugnare il provvedimento in questione o accettare che la proposta segua l’iter legislativo, considerando che si tratterebbe di un intervento esterno nelle competenze amministrative di una Regione.
Nell’attesa di capire quale saranno le decisioni di Palazzo d’Orleans e come evolve l’emergenza rifiuti in Sicilia, a commentare la notizia è l’assessora regionale all’Energia Vania Contrafatto, che negli scorsi giorni aveva escluso la possibilità di mandare all’estero i rifiuti: «La Sicilia a Roma ha chiesto risorse per potenziare la differenziata, non certo per fare i termovalorizzatori. Duecento milioni – specifica l’assessora – per realizzare gli impianti di trattamento meccanico-biologico e per il compostaggio, e inoltre stiamo allestendo eco-tassa ed eco-incentivi. Se poi esiste un indirizzo nazionale diverso, ne prendiamo atto».
Sulla base dei dati Ispra del 2013 – gli ultimi ufficiali disponibili – il governo di Roma stima in 700mila tonnellate all’anno la quantità di rifiuti da mandare nei nuovi impianti. Cioè circa il 30 per cento del totale della munnizza prodotta nel 2013 nell’Isola, pari a 2 milioni 391mila tonnellate. Il resto dovrebbe essere smaltita attraverso il riciclo. Ma il condizionale è d’obbligo. La normativa prevede il raggiungimento del 65 per cento di differenziata. Ed è su questo parametro che Roma fa i conti e mira alla costruzione di 12 inceneritori a zero emissioni su tutto il territorio nazionale. Ma in Sicilia la percentuale è ferma al 9 per cento. Ecco perché le 700mila tonnellate annue da smaltire nell’Isola superano quelle stimate in tutto il resto del Sud Italia (640mila), del Centro (634mila) e del Nord (437mila).
Legambiente è sul piede di guerra circa le scelte sull’emergenz rifiuti in Sicilia.«Palazzo Chigi – scrive l’associazione in una nota – fa finta di non vedere che ancora una volta manca l’oggetto del contendere, e cioè i quantitativi di rifiuti. Sfidiamo chiunque a garantirsi quelle quantità di rifiuti da bruciare previste nella bozza di Dpcm ed è impossibile non tener conto dell’aumento inesorabile delle quantità avviate a riciclo. I quantitativi da bruciare in nuovi impianti sono sovrastimati dal governo perché sono calcolati su un obiettivo del 65 per cento di raccolta differenziata già ampiamente superato in diverse regioni (a partire da Veneto, da Friuli Venezia Giulia, Marche)». A supporto delle critiche gli ambientalisti portano il caso di Parma, dove un impianto da poco costruito «è in grande difficoltà perché grazie alle raccolte differenziate domiciliari e la tariffazione puntuale non ha più i rifiuti dal territorio che li ospita e sono costretti a cercarli da altre regioni». I viaggi della munnizza sono stati autorizzati dallo Sblocca Italia, ma ancora dalla Sicilia non è partito nessun carico. Anche se il dipartimento Energia avrebbe chiesto dei preventivi per imbarcare i rifiuti sulle navi e spedirli all’estero. Questo perché i costi degli impianti del Nord Europa sono più bassi di quelli italiani.
Il presidente della Regione Rosario Crocetta si è già detto contrario alla realizzazione degli inceneritori.
Il sottosegretario Davide Faraone difende la scelta di Palazzo Chigi: “La Sicilia non può più essere terra dell´immobilismo e basta strade sommerse dai rifiuti mentre nel resto di Europa le discariche sono un ricordo del passato, noi continuiamo a mantenerle e a volerle con forza, nonostante il sistema che riguarda la gestione dei rifiuti sia al collasso. Ben vengano tutte le forme di smaltimento alternative innovative e sostenibili. Adesso passiamo all´azione. Basta chiacchiere. Cambiamo l´approccio alla questione. Non è possibile che l´obiettivo europeo per la differenziata sia il 65 per cento e la Sicilia è al 12 per cento e per di più in calo rispetto agli anni precedenti. Chi si oppone a sistemi di smaltimento differenti dalle sempiterne discariche, lo fa solo per motivi ideologici. Sbagliati. Esistono impianti a zero emissioni e ad altissima tecnologia. Insieme alla raccolta differenziata sono la soluzione. Ideologie che non fanno altro che fare danno alla regione e ai siciliani”.
In tutto ciò, tra qualche giorno arriverà il commissariamento. Già la prossima settimana il consiglio dei Ministro avvierà le procedure di commissariamento della Regione siciliana per la mancata attuazione della riforma dei rifiuti e per l’impossibilità di avviare le Srr. Il sistema in Sicilia rischia di implodere. I vecchi Ato rifiuti non esistono più per legge regionale ma le nuove Srr non esistono ancora. una riforma incompiuta che è riuscita nel doppio flop di mandare in soffitta la precedente senza sostituirlo con un nuovo sistema.
In giunta intanto il governo Crocetta ha aggiornato il Piano rifiuti, come richiesto dal governo nazionale. Le carte nelle prossime ore arriveranno nella Capitale e rispondono alla diffida avanzata in agosto dal governo Renzi. Una diffida pesante, nella quale si preannunciava il ricorso al “potere sostitutivo”. Al commissariamento, cioè. Che oggi appare comunque inevitabile. Il governo centrale ha infatti deciso: “L’esecutivo di Crocetta ha ignorato molti punti della nostra diffida”.
“Renzi e Faraone non aspettavano migliore occasione per ridicolizzare ancora una volta il governo regionale siciliano. Dopo l’apparente pace, dissoltasi nel giro di qualche settimana, il nuovo affondo di Palazzo Chigi sull’esecutivo Crocetta arriverà a giorni, con l’annunciata nomina del commissario sui rifiuti, che dovrà intervenire dove una Regione incapace ha fallito. Faraone riprende dunque la sua azione demolitrice nei confronti di Crocetta e del suo governo, dando al tempo stesso un´altra vacua ricetta di inutile riforma degli ATO rifiuti, come se la riduzione del numero degli ambiti fosse la soluzione alle criticità ambientali nelle quali la Sicilia è sprofondata. Un’unica cosa è certa, ossia la ripresa della campagna del PD romano contro Crocetta, con tanto di regolamento di conti, mentre a pagare i risultati drammatici di un malgoverno che dura da troppo tempo sono sempre i cittadini siciliani”, lo dichiara l’onorevole Marco Falcone, capogruppo di Forza Italia all’ARS.