Estate con il segno più per le imprese siciliane. Tra luglio e settembre, infatti, nell’Isola le iscrizioni presso i registri delle Camere di commercio sono state 5.179 contro 3.970 cessazioni. Il risultato è un saldo positivo di 1.209 imprese con un tasso di crescita pari a +0,26% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. I settori più vivaci sono l’agricoltura e il turismo che confermano il loro trend in salita. Questi in sintesi i dati siciliani contenuti nell’ultima indagine di Movimprese, la rilevazione trimestrale condotta da Unioncamere – InfoCamere e rielaborata dall’Osservatorio economico di Unioncamere Sicilia. Complessivamente le imprese esistenti in Sicilia sono 456.962 (dato aggiornato al 30 settembre 2016), in leggera crescita rispetto al trimestre precedente (erano 456.761). È positivo anche il bilancio anagrafico in tutte le province siciliane. La performance migliore si registra ad Agrigento dove sono nate 476 nuove imprese mentre in 311 hanno chiuso i battenti, con un saldo in aumento di 165 unità (+0,41%). Seguono Caltanissetta (+0,38%), Enna (+0,37%) e Messina (+0,35%). «Agricoltura e turismo – dice il segretario generale di Unioncamere Sicilia, Santa Vaccaro – sono i settori su cui più di tutti scommettono i nuovi imprenditori, specialmente i giovani. Il sistema camerale offre loro tutta l’assistenza necessaria per aprire una nuova attività e al momento è in atto il progetto “Crescere imprenditori” che è destinato proprio a promuovere l’autoimpiego e l’autoimprenditorialità dei ragazzi da 18 a 29 anni». Anche a livello nazionale il trend è in crescita: tutte e venti le regioni italiane hanno chiuso il trimestre con un bilancio positivo. In termini assoluti, meglio di tutte hanno fatto il Lazio (2.881 imprese in più), la Campania (+2.208) e la Lombardia (+2.061). In termini relativi, la crescita più sostenuta si registra in Basilicata (+0,95%), Sardegna (+0,53%) e ancora Lazio (+0,45%). Inoltre, l’estate 2016 restituisce un Sud nettamente protagonista dell’aumento nel numero delle imprese: con le sue 7.427 unità in più, infatti, ha determinato il 45,9% dell’intero saldo trimestrale, quasi il doppio rispetto alla quota (25,2%) riferibile alle regioni del Centro Italia.