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Fallimento “Ceramiche del Tirreno”: coniugi Caleca accusati di bancarotta fraudolenta

Last updated on 3 marzo 2021

Sono accusati di aver ceduto il ramo della loro azienda “Ceramiche del Tirreno S.r.l.” ad un prezzo inferiore al dovuto, distraendo somme dal patrimonio della società, oltre che di aver nascosto il reale stato finanziario dell’azienda per provocarne il dissesto e ritardarne la dichiarazione di fallimento.
E’ un duro colpo per Gaetano Caleca, imprenditore ed amministratore della nota azienda produttrice di ceramiche, e per la moglie Rossana Alessandra Giacalone, che ricopriva il ruolo di amministratore unico della “Ceramiche del Tirreno”, entrambi finiti nell’inchiesta coordinata dal Procuratore Capo Rosa Raffa e portata avanti dai finanzieri della Tenenza di Patti. Per entrambi gli indagati le accuse sono di bancarotta fraudolenta per distrazione e bancarotta societaria. E proprio sulla scia dell’inchiesta, il Gip Eugenio Aliquò ha firmato per loro due misure interdittive che fanno divieto per un anno di esercitare, in qualsiasi forma, anche indiretta, imprese o uffici direttivi delle persone giuridiche e delle imprese ovvero la carica di amministratore, liquidatore o sindaco.

Secondo quanto accertato dalle indagini, i due avrebbero falsificato la situazione contabile della loro società consentendo, nei vari anni, di non mostrare le effettive perdite, a danno di tutti i creditori. A loro, infatti, veniva sempre mostrata una situazione economica molto più florida di quella che era nella realtà. Proprio a causa di questo, alla data del fallimento, la società si trovava in una situazione di dissesto gravissima, tanto da comportare perdite per oltre 6milioni di euro.

Oltre ai due coniugi, risultano indagati anche due soggetti a cui è già stata notificata l’informazione di garanzia. Anche loro sono accusati, a vario titolo, di aver concorso con i Caleca per provocare il dissesto e distrarre beni dalla società dichiarata fallita.

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