Il sottosegretario all’istruzione Davide Faraone, ai cronisti a margine di un convegno sulla riforma della Pubblica amministrazione a Palermo ha detto che la precarietà in Sicilia sarà sconfitta:
“Voglio oggi rilanciare la proposta dell’Agenzia per i precari e per la loro stabilizzazione, in un contesto nel quale, il dl Enti locali porterà in Sicilia i 500 milioni attesi, già la prossima settimana e con l’accordo Stato-Regione, un miliardo e mezzo di fondi verrà trasferito alla Sicilia ogni anno in modo strutturale. Ora si può mettere in campo questa soluzione che riteniamo sia l’unica fattibile in tempi brevi per stabilizzare da un lato i dipendenti e far funzionare dall’altro la macchina burocratica. Questi fondi ci consentono ora di fare una programmazione di lungo periodo. Il grande merito storico del Governo Renzi è stato quello di aver trovato risorse per la Sicilia che ci consentiranno di chiudere questa stagione di precariato e rendere la pubblica amministrazione efficiente. Come Sicilia non dobbiamo stare sempre indietro e fare le cose solo perché c’è il Governo Renzi che le impone, ma agire finalmente in autonomia. Siamo indietro di due riforme sulla pubblica amministrazione, la Brunetta e la Madia, sarebbe il caso di adeguarci alla Madia che è ottima riforma e di farlo in fretta”.
VICARI. “Nei prossimi mesi la Sicilia ha una grande partita da giocarsi. Con il Governo Renzi abbiamo rimesso in moto l’economia, in un contesto difficile, e gli indicatori economici sono incoraggianti. La Sicilia si deve agganciare alla ripresa, è ancora troppo dietro”. Cosi il sottosegretario alle Infrastrutture e ai Trasporti Simona Vicari.
“Le denunce dell’associazione costruttori, del mondo produttivo e le inchieste giornalistiche devono rappresentare uno stimolo a fare meglio. Questo governo – ricorda – ha messo in campo misure e risorse come mai era capitato prima”.
“Non basta, non basta perché serve un protagonismo maggiore dei privati siciliani, degli Enti sul territorio, delle energie siciliane tutte. Troppo lenta la mia Sicilia rispetto al resto del Paese”, conclude Vicari.
TAGLI. I primi segnali concreti arrivano. A partire dal primo luglio dirà addio a circa seicento poltrone da dirigente. Un provvedimento della giunta riduce a 1437, dalle attuali 2059, le strutture in cui si articola la macchina amministrativa, tra le quali rientrano anche le unità alle dirette dipendenze dei Dipartimenti generali. Una “cura dimagrante” che era stata prevista nella finanziaria del 2015, che trova oggi applicazione. Una riduzione drastica ma che, si legge nella delibera di giunta, è comunque “improntata a garantire e assicurare l’efficienza di azione di ciascun dipartimento”.
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